La Nuova Sardegna

Sassari

La leadership informale e la vera integrazione

L’attività motoria nella scuola primaria funziona se è un gioco. Il gioco è relazione, espressione di sé e cooperazione. In questo modo il movimento diviene incontro e a volte scontro con l’altro. Ci...

25 febbraio 2017
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L’attività motoria nella scuola primaria funziona se è un gioco. Il gioco è relazione, espressione di sé e cooperazione. In questo modo il movimento diviene incontro e a volte scontro con l’altro. Ci sono dei giochi che richiedono il contatto, così una fila di bambini che si tiene per mano può diventare un lungo serpente che si muove sinuoso nello spazio.

Una bambina di 7 anni rom viene esclusa, nessuno vuole toccarla. Non parla, non dice niente, ma i suoi occhi grandi e tristi si velano di lacrime e risaltano sul suo viso. Nel tempo in cui possiamo connetterci con tutto il mondo attraverso un cellulare, i nostri figli vanno a scuola con bambini “intoccabili”. Non in India, ma a casa nostra.

Quale immagine di sé e dell’altro si porta dentro questa ragazzina e quale immagine dell’altro stanno costruendo i suoi compagnetti. L’intervento dell’adulto può portare facilmente a un contatto, ma è forzato. Non è obbligando i bambini a darle la mano che risolvo il problema. I processi di leadership possono aiutare il lavoro d’integrazione del gruppo classe attraverso la peer education (educazione tra pari).

Non necessariamente chi spicca e cattura l’attenzione è il vero leader, spesso questo elemento ricopre un ruolo formale. Chi muove le fila è solitamente la persona che ha la capacità di mettere insieme i vari gruppetti e movimenti presenti nel gruppo: il ragazzino che alla ricreazione sta un po’ con i maschietti e le femminucce; l’adulto che raramente propone di mangiare una pizza tutti insieme, ma poi è di fatto quello che ha i contatti di tutti e organizza la serata.

In psicologia viene chiamato leader informale. Esistono degli strumenti specifici per rilevarlo, ma un bravo insegnante può intuire chi già riveste questo ruolo. Strutturare un intervento di integrazione a partire dall’influenza che può avere questa forma di leadership può significare avventurarsi in un lavoro complesso e importante attraverso cui sfatare stereotipi e pregiudizi, potenziando le abilità sociali che stanno alla base dell’accoglienza e conoscenza dell’altro. Sono partito dall’immagine di questi due occhi tristi, che mi ha colpito profondamente e spero lo faccia anche a voi, come un monito sociale per proteggersi da soluzioni fantastiche proposte dal pifferaio magico di turno, con la ruspa disegnata sulla maglietta.

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