La Nuova Sardegna

Sassari

centro di accoglienza di via Planargia

«Privacy assente anche in doccia per tre minorenni nigeriane»

«Privacy assente anche in doccia per tre minorenni nigeriane»

SASSARI. Una delegazione della Campagna LasciateCIEntrare (nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei centri di accoglienza...

03 marzo 2017
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SASSARI. Una delegazione della Campagna LasciateCIEntrare (nata nel 2011 per contrastare una circolare del Ministero dell’Interno che vietava l’accesso agli organi di stampa nei centri di accoglienza per migranti), il 19 febbraio ha effettuato un blitz nella struttura di via Planargia. Ha ottenuto l’autorizzazione da parte della Prefettura e tre giornaliste si sono presentate davanti all’ingresso di buon mattino. Ciò che hanno visto ora fa parte di un dossier pubblicato nelle pagine internet dell’associazione. E un’informativa è stata spedita, tra gli altri, anche al Dipartimento delle libertà civili e dell’Immigrazione del MInisterto dell’Interno, alla polizia, al presidente della Commissione diritti umani del Senato Luigi Manconi. La criticità maggiore riscontrata in via Planargia riguarda la gestione di tre ragazze minorenni di origine nigeriana. Nel report delle tre operatrici si legge questo: «Arriviamo al primo piano dove vi sono di fronte a una stanza di uomini, tre ragazze nigeriane di 17 anni. La porta è aperta. Anche qui non vi sono chiavi. B. ci fa entrare, stanno dormendo, ma B. è palesemente stordita da qualcos’altro, notiamo una lattina di Malto, una delle bevande energizzanti che vengono utilizzate per stordirsi, per dimenticare. B. risponde con calma e alla domanda, "Vorresti andar via da questo centro?", ci risponde “Sì” - un po' incredula. Le chiediamo delle docce: “È un teatro, tutti possono guardare. Anche quando vado alla toilette”. Questa, infatti, si trova di fronte, in mezzo a camere sempre con altri uomini adulti. Così tutti possono guardare. Una violenza costante, inaccettabile. Dietro un lenzuolo, che funge da tenda, si affaccia B. che intanto ascolta musica e cerca di riposare. Sono entrambe molto provate. Parlano poco. “Riuscite a chiudere la porta?”. “No, ma qui entra solo chi bussa”. Peccato che dopo pochi minuti entra spalancando la porta uno degli ospiti. Dopo tutti gli abusi subiti durante il percorso per arrivare in Italia, anche qui. Non è cambiato nulla». Le tre nigeriano, un paio di giorni dopo il blitz, sono state trasferite in un centro di accoglienza di Lu Bagnu».

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