La Nuova Sardegna

Sassari

Terremoto in giunta, Carbini si dimette

di Giovanni Bua
Terremoto in giunta, Carbini si dimette

Il braccio destro di Sanna lascia con un durissimo documento: «Abbiamo fallito tutti, impossibile andare avanti»

14 marzo 2017
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SASSARI. La bomba è deflagrata ieri a metà mattina, sotto forma di una paginetta fitta, protocollata nel settore Urbanistica ed Edilizia privata e indirizzata al sindaco Nicola Sanna, con un eloquente quanto lapidario oggetto: dimissioni.

Sono quelle di Gianni Carbini, vicesindaco, assessore all’Urbanistica, penultimo petalo della rosa che ha affondato alle primarie Pd del 2014 la corazzata che appoggiava Angela Mameli, e che ora sembra ormai appassita senza rimedio. Dimissioni irrevocabili, e durissime, come testimonia la cartelletta che le accompagna, dentro cui trovano sfogo accuse e malesseri che tormentavano i rapporti tra il primo cittadino e i suoi ex fedelissimi da tempo. E che, se la situazione dovesse ulteriormente degenerare, potrebbero portare alle elezioni anticipate entro l’estate.

Un conflitto che andava avanti da mesi, tra picchi e calme piatte, degenerato in guerra in poche ore. La dichiarazione formale sembra sia stata la nomina ad assessore al Bilancio di Simone Campus. La richiesta dell’asse Carbini-Spanedda era infatti che Sanna tenesse per sè le deleghe lasciate libere da Alessio Marras fino a dopo l’approvazione del Bilancio. E che comunque l’assessore entrante fosse scelto fuori dal Pd, partito in piena ebollizione (tanto per cambiare) che male avrebbe retto qualsiasi stimolo. L’idea era che Sanna pescasse dalla sua riserva, la civica Sassari Bella Dentro. Tentativo che, a esser sinceri, il sindaco ha fatto, provando a convincere Grazia Manca a rientrare in gioco. Dopo il suo cortese rifiuto però Sanna si è ben guardato dal scegliere tra i consiglieri Ghi e Boiano (il secondo in particolare), che non solo non sono suoi pretoriani ma sono organici all’area dem ultrarenziana del vicesindaco (che in consiglio conta anche su Pala e Taras). Sanna ha dunque virato su Campus e, di fronte alle proteste, ha chiarito che per lui l’esperienza di Sassari Bella Dentro è da considerarsi chiusa.

Abbastanza per far saltare il traballante equilibrio. Che per crollare ha avuto però bisogno di un’ultima spintarella: una nota galeotta, fatta spedire domenica mattina dal sindaco, che difende a spada tratta il contestatissimo progetto di ciclabile in via Diaz, sottolineando come l’intervento non solo sia tutt’altro che dannoso, ma anzi risolva tutta una serie di annosi problemi della via. Nulla di non concordato, se non fosse che, almeno a quanto si racconta, l’idea della giunta era di andare leggeri con la comunicazione relativa a via Diaz, lasciando spazio all’ipotesi di eventuali aggiustamenti, tra cui addirittura la rimozione degli odiati cordoli. Un uno-due che ha fatto saltare i nervi a Carbini che alla fine ha varcato il Rubicone.

Da capire ora come si combatterà la guerra. Quel che appare chiaro è che solo dopo un passaggio dentro le segreterie provinciale e cittadina del partito democratico si potrà capire se la via per le elezioni in estate (i tempi ci sono ancora, visto che la finestra si chiude il primo luglio) è imboccata, o se Sanna andrà avanti nonostante l’ex amico, i suoi quattro consiglieri, e probabilmente Monica Spanedda. Che per ora valuta il da farsi, ma non ha mai nascosto la totale condivisione delle parole di Gianni Carbini.

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