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Carbini e Sanna, un’intesa che non è mai sbocciata

Carbini e Sanna, un’intesa che non è mai sbocciata

SASSARI. È un amore mai sbocciato quello tra Nicola Sanna e Gianni Carbini, compagni di “spallata” alle primarie 2014, ma mai davvero in totale sintonia. Chi ben comincia. Fin dal primo giorno, con...

15 marzo 2017
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SASSARI. È un amore mai sbocciato quello tra Nicola Sanna e Gianni Carbini, compagni di “spallata” alle primarie 2014, ma mai davvero in totale sintonia.

Chi ben comincia. Fin dal primo giorno, con il sindaco impegnato in un furibondo braccio di ferro con due terzi del partito, concluso con una clamorosa spaccatura e il varo di una giunta monocolore, con tutti gli assessorati in quota Dem assegnati all’asse Sanna-Carbini-Spanedda-Marras e la quasi totalità del gruppo Pd in consiglio comunale che fa riferimento alle aree Demontis, Spissu-Lai e Ganau. Difficoltà che cementano il rapporto, verrebbe da pensare. E invece no. Perché da quei giorni di fuoco Carbini esce con in mano una delega, Politiche ambientali, agro, verde pubblico e decoro urbano, che non voleva. E una carica di vicesindaco che Sanna aveva a più riprese offerto ad Antonio Piu, che poi diventerà presiedente del consiglio comunale. Dettagli, verrebbe da pensare, ma non da poco. Visto che Carbini, portato a Palazzo Ducale da una corrente storica quanto solida, era intenzionato a mantenere tutta una serie di impegni presi in campagna elettorale su commercio, zona blu, urbanistica. Partite che potrà trattare solo dopo 16 mesi, e un altro drammatico rimpasto.

Il rimpastone. È l’ottobre del 2015. E l’estenuante trattativa tra Nicola Sanna e il gruppone Pd volge al termine dopo tre settimane di azzeramento della giunta. L’accordo è quasi chiuso, e prevede l’ingresso in giunta, tra gli altri, di Antonio Piu, con delega alla mobilità e carica di vicesindaco. Che Nicola Sanna sfila dalle spalle di Carbini (che nel mentre ha rinsaldato l'alleanza con Monica Spanedda), per assegnarla all’esponente dell’area Demontis-Soru. Il tutto facendoglielo comunicare, pare, dal suo capo di gabinetto pochi minuti prima del loro incontro, in cui tutto sarà deciso. Azione giudicata uno sgarro, prima di tutto personale ma anche politico, che Carbini e Spanedda reputando «l'ultimo inaccettabile cedimento in una trattativa a loro modo di vedere malamente condotta dall'inizio alla fine».

Carbini gira letteralmente i tacchi e lascia il palazzo con una glaciale dichiarazione. «Per il bene della città rimetto nelle mani del sindaco sia la mia carica di vice che la mia delega assessoriale. In modo che possa essere ulteriormente facilitato nella soluzione della crisi». Piu farà poi un passo indietro, rinunciando alla carica di vicesindaco, e rimpasto e crisi si chiuderanno. Ma da allora i rapporti tra i due non torneranno più amichevoli.

L’epilogo. L’ultima puntata arriva in gennaio. Ancora una volta si parla espressamente di sfiducia al sindaco, di problemi di comunicazione (Sanna non farà nemmeno la classica conferenza stampa di fine anno) e di collegialità mancante. Lo scontro esplode con le dimissioni di Alessio Marras, ufficialmente per motivi personali ma, giurano i fedelissimi di Carbini e Spanedda, per questioni squisitamente politiche. C’è un duro chiarimento in giunta, si decide di andare avanti. Ma ormai Sanna e Carbini non si parlano più, e nei corridoi si racconta di scontri sempre più al limite, che portano infine alle dimissioni. (g.bua)

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