La Nuova Sardegna

Sassari

Cordedda: «Il sindaco ha avuto troppa fretta»

di Vincenzo Garofalo
Cordedda: «Il sindaco ha avuto troppa fretta»

Il segretario provinciale Pd rompe gli indugi: «È tempo di fare una verifica la nomina di Campus è una prerogativa di Sanna, ma serviva più prudenza»

15 marzo 2017
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Fine del garantismo politico all’interno del Pd. L’ennesima crisi scoppiata a Palazzo Ducale con le dimissioni di Gianni Carbini dalla Giunta, segna il punto di non ritorno: «Le motivazioni esposte dal vicesindaco nella sua lettera di dimissioni coincidono con le lamentele che il gruppo consiliare del Pd esprime da tempo», sostiene il segretario provinciale dei dem Gianpiero Cordedda. «La crisi che si è aperta coincide con il traguardo di metà mandato, per cui, a maggior ragione, una verifica politica interna al partito e con la coalizione che ha vinto le elezioni nel 2014 è necessaria».

Il segretario provinciale sembra non avere gradito il comportamento del sindaco, Nicola Sanna, nel gestire l’avvicendamento in Giunta dell’assessore dimissionario Alessio Marras, uscito dall’esecutivo di Palazzo Ducale più di un mese fa. La scorsa settimana Sanna ha assegnato le deleghe Bilancio e Programmazione a Simone Campus, consigliere comunale Pd vicino politicamente al consigliere regionale Luigi Lotto e alla sezione Berlinguer. «La nomina di Campus, esponente del partito che ha tutta la nostra stima come persona e come amministratore, è una prerogativa del sindaco, e ci è stata comunicata con tutti i passaggi necessari», spiega Cordedda, «ma il problema è che quella nomina non sarebbe dovuta essere una nomina Pd. C’erano coinvolte forze politiche esterne al partito e il sindaco ha agito con troppa fretta. Avrebbe dovuto usare più prudenza».

Marras, era sostenuto dalla lista civica Sassari bella dentro, che in Consiglio comunale è rappresentata da Alessandro Boiano e Dino Ghi, molto vicini politicamente alla corrente Pd che fa capo al consigliere regionale Gavino Manca, e quindi al vicesindaco dimissionario Gianni Carbini. Proprio questa lista, all’ultimo momento ha reclamato la paternità del posto in giunta lasciato libero da Marras. Una proposta inaccettabile per Sanna, che avrebbe dovuto cedere così un terzo dell’esecutivo (tre assessorati su nove) alla corrente dem che più di tutte lo ha messo in discussione nel corso di questa prima metà del mandato. Ora ricucire lo strappo sembra un impresa al limite dell’impossibile: «Il mio dovere di segretario è quello di sentire tutti, il sindaco, la giunta, il gruppo consiliare e i rappresentanti dei partiti della coalizione. Solo dopo aver parlato, analizzato la situazione, e compiuto tutti i passaggi politici necessari potremo prendere una decisione su come andare avanti», conclude Cordedda.

Si chiude nel doppiopetto della diplomazia il segretario cittadino del Pd, Fabio Pinna, che veste anche i panni di assessore alle Politiche ambientali proprio nella giunta Sanna: «In questo momento siamo tutti impegnati ad analizzare la situazione delicata che si è creata a Palazzo Ducale. È un’analisi da fare sia all’interno del partito sia nella coalizione. Non trovo opportuno pronunciami prima di avere fatto tutti i passaggi politici del caso».

Chi si pronuncia dando un’altra piccola spallata al sindaco è invece il capogruppo Pd a Palazzo Ducale, Carla Fundoni: «Il Gruppo consiliare non entra nel merito della nomina assessoriale, che è prerogativa del sindaco», precisa la consigliera, «di certo le modalità con cui il sindaco ci ha comunicato la sua decisione, ci ha messo in difficoltà. Ora il partito deve farsi carico di questa crisi e lavorare per trovare una soluzione insieme con le altre forze della coalizione», continua Fundoni, «Perché non si può pensare che ciò che è successo si possa risolvere con il dialogo fra il gruppo consiliare del Partito democratico e il sindaco».

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative