La Nuova Sardegna

Sassari

I “monogruppo” sono l’ago della bilancia

I “monogruppo” sono l’ago della bilancia

L’appoggio dei piccoli partiti decisivo per il futuro della giunta, ma i rapporti non sono idilliaci

15 marzo 2017
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SASSARI. Bocche cucite e telefoni spenti. La maggioranza extra Pd in Consiglio comunale guarda la crisi di Palazzo dalla finestra e aspetta di capire da che parte la corrente del Partito democratico prima di prendere una posizione. Tutti prendono tempo, non si sbilanciano, consci che una mossa falsa potrebbe trascinarli nel dimenticatoio. Perdendo unità di intenti, gli undici consiglieri del frastagliato panorama politico di centrosinistra perderebbero peso specifico.

In questi due anni e mezzo di mandato sono stati un ago della bilancia fin quando sono riusciti a restare coalizzati fra loro. Questo vale almeno per i sei consiglieri monogruppo, Giampaolo Manunta, Franco Era, Tonino Falchi, Nanna Costa, Giancarlo Serra e Marco Manca, tutti eletti in liste diverse. Per il sindaco non hanno mai rappresentato una certezza, una forza su cui contare per andare avanti, proprio perché la loro dispersione è sempre stata dietro l'angolo. Ora più che mai, con una crisi conclamata in atto, sarà difficile vederli formare un blocco unico pro o contro Sanna. Di sicuro fra loro e il primo cittadino non è mai corso buon sangue. Più volte hanno minacciato di paralizzare la macchina amministrativa, pretendendo da Sanna più attenzioni e maggiore coinvolgimento. Ma in altrettante occasione la loro alleanza ha manifestato fragilità e contraddizioni insuperabili, che li ha resi inaffidabili sia agli occhi della maggioranza, sia a quelli di un'opposizione disarmata dall'esiguità dei numeri in campo. Diverso il discorso per i gruppi Sassari bella dentro e Città futura. Il primo gruppo, formato da Alessandro Boiano e Dino Ghi, e vicino alla corrente dem di Gavino Manca e di Carbini, rivendicava il diritto a conservare in quota alla propria lista l'assessorato di Alessio Marras, e non avendo ottenuto la risposta attesa dal sindaco, ha innescato la crisi. Il secondo gruppo Città futura, con tre consiglieri (Lalla Careddu, Efrem Carta e Francesca Arcadu), ha da sempre avuto maggiore peso politico e, pur spesso tappandosi il naso, non si è mai messo di traverso. Ora però sembra avere esaurito il bonus pazienza e già questa mattina potrebbe richiamare a casa il suo assessore Maria Vittoria Casu, che già ieri ha rifiutato la carica di vicesindaco, alimentando i sospetti di un imminente fine del rapporto di fiducia con il sindaco Sanna. (v.g.)

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