La Nuova Sardegna

Sassari

Mesu Mundu, la Provincia sistemerà il cavalcavia

di Mario Bonu
Mesu Mundu, la Provincia sistemerà il cavalcavia

Il commissario si è detto deciso ad anticipare i soldi per la messa in sicurezza Guido Sechi: «Prima l’incolumità dei cittadini, poi il contenzioso con l’Anas»

16 marzo 2017
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SASSARI. La Provincia di Sassari rompe gli indugi e si dichiara pronta a mettere in campo le proprie risorse per risolvere il problema del cavalcavia di “Mesu Mundu”, sulla strada statale 131. Lo dice l’Amministratore straordinario Guido Sechi, che scavalca d’un balzo le incertezze sulla proprietà del manufatto e sulle responsabilità per la sua messa in sicurezza. «Abbiamo l’obbligo di tutelare l’incolumità dei cittadini - dice l’amministratore straordinario della Provincia - e lo faremo a prescindere. Casomai dopo apriremo il contenzioso con l’Anas per chiedere indietro le somme che l’assicurazione gli ha liquidato». E ci sono anche già i danari per farlo, secondo Guido Sechi, attingendo al finanziamento di 10 milioni che la Regione ha concesso alla Provincia proprio per interventi sulle strade. «Conto di incontrare già la settimana prossima l’assessore Maninchedda - aggiunge l’amministratore della Provincia - al fine di concordare tempi e modi per l’utilizzo del finanziamento». In ogni caso, l’opera verrà inserita nel quadro economico di impiego di quei fondi, e contestualmente verrà nominato un ingegnere che faccia una verifica accurata delle condizioni del ponte e delle necessità di intervento. A qualcosa, dunque, pare sia servita la manifestazione dei sindaci del Meilogu, che lunedì si erano radunati nei pressi del cavalcavia di Mesu Mundu per chiedere immediati interventi, «anche se - chiosa Guido Sechi - checché se ne dica, di quella iniziativa io non ero stato informato».

Sul versante della giustizia amministrativa, invece, si rimane ancora in attesa del pronunciamento del Consiglio di Stato sul ricorso presentato dall’Anas contro l’ordinanza del Tar Sardegna che dava ragione al Comune di Siligo e torto all’Ente nazionale delle strade. L’Anas aveva impugnato l’ordinanza n. 20 del 10 settembre 2015 del sindaco di Siligo, che imponeva all’azienda delle strade "di trasmettere, al Comune di Siligo e alla Provincia di Sassari, entro 30 giorni dal ricevimento della presente, adeguata documentazione tecnica ... che dimostri, con adeguati calcoli e prove di carico, che l’impalcato non è in grado di sopportare il traffico per il quale è costruito».

Quell’ordinanza faceva seguito all’incidente del 10 novembre 2009, quando, a seguito dell’urto di un tir che effettuava un trasporto eccezionale, il "personale presente sul luogo del sinistro, i tecnici dei Vvf e i tecnici dell’Anas, verificarono che vi furono danni gravi alla trave di bordo del cavalcavia tali da pregiudicare la statica dell’intero impalcato". Il Tar della Sardegna, con l’ordinanza n. 323 del 16 dicembre 2015, aveva rigettato il ricorso dell’Anas, in considerazione del fatto che "le attività imposte ad Anas appaiono funzionali a garantire la sicurezza della circolazione". La cosa, però, non piacque all’Ente nazionale delle strade, che nel febbraio 2016 aveva impugnato l’ordinanza del Tar davanti al Consiglio di Stato, per chiederne l’annullamento. A più di un anno dal ricorso, però, il CdS non si è ancora pronunciato, lasciando il cavalcavia di Mesu Mundu in quella "terra di nessuno", da cui ora l’intervento della Provincia sembra volerlo trarre.

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