La Nuova Sardegna

Sassari

Tumori e inquinamento, a Porto Torres casi nella media

Tumori e inquinamento, a Porto Torres casi nella media

CASTELSARDO. «Non c'è “un’epidemia” di tumori in corso, il motivo principale dell’aumento statistico di ammalati è perché aumenta l’aspettativa di vita e quindi è maggiore il tempo che si rimane...

21 marzo 2017
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CASTELSARDO. «Non c'è “un’epidemia” di tumori in corso, il motivo principale dell’aumento statistico di ammalati è perché aumenta l’aspettativa di vita e quindi è maggiore il tempo che si rimane esposti a fattori cancerogeni». Ad affermarlo è stato Mario Budroni, epidemiologo e responsabile del registro tumori della provincia di Sassari, durante il convegno dal tema “Inquinamento e Tumori” promosso dal Lions Club di Castelsardo in collaborazione con l’associazione onlus Mariangela Pinna.

Sono intervenuti anche Antonio Contu, specialista in oncologia clinica e malattie polmonari, docente della scuola di specializzazione in chirurgia toracica e presidente dell’Associazione di Oncoematologia “Mariangela Pinna”; Margherita Piras, medico specialista in Oncologia Medica ed Ematologia, Dirigente Medico presso l’unità operativa complessa di oncologia medica Asl n° 1 Sassari; Antonio Pazzola, specialista in Oncologia Medica e cardiologia, direttore dell'unità operativa complessa di Oncologia Medica nell'azienda ospedaliera universitaria di Sassari.

Dalle statistiche mostrate durante il convegno, la zona di Sassari risulta al di sotto della media nazionale mentre Porto Torres, una delle zone più indagate per inquinamento ambientale, rientra nella media della provincia.

«Non si eredita il tumore, la maggior parte dei casi sono occasionali – ha ribadito l’oncologo Antonio Pazzola – la familiarità determina una predispodizione, su cui agisce lo stile di vita ed il caso».

La diagnosi precoce è quindi fondamentale e influisce in maniera decisiva sull’esito della malattia. La buona notizia è che la mortalità oggi è diminuita. «Ma la prevenzione primaria è sempre fondamentale, con stili di vita idonei, alimentazione sana e attività fisica – conclude Margherita Piras – e non va trascurata l'adesione agli screening per la diagnosi precoce».

Purtroppo l’adesione alle campagne diagnostiche è ancora bassa ma spicca l’esempio di Sedini dove, grazie al coinvolgimento della popolazione tramite un comitato spontaneo, si è raggiunto l’ 80 per cento di adesioni alla campagna di diagnosi precoce.

Donatella Sini

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