La Nuova Sardegna

Sassari

In Costa Smeralda è già tutto pronto per la stagione boom

In Costa Smeralda è già tutto pronto per la stagione boom

La direttrice dell’hotel Le Ginestre di Porto Cervo: «Un anno cruciale. Ora fare sistema per soddisfare i clienti»

04 aprile 2017
3 MINUTI DI LETTURA





MILANO. C’è un’espressione che è vietato usare, quest’estate. «Noi che viviamo di turismo non possiamo dire ai clienti “non c’è”, “non ce l’abbiamo”. Se non abbiamo tutto, dobbiamo chiederlo ai nostri colleghi. Ma ai turisti non dobbiamo dire “no, non possiamo”. Mai». La tesi è di Annalisa Del Pin, sardissima, come ci tiene a sottolineare, direttrice dell’hotel Le Ginestre di Porto Cervo. Per lei, il rischio è chiarissimo: non vuole che la Sardegna, oggettivamente avvantaggiata dalle crisi di altre aree del Mediterraneo, sprechi l’occasionissima del 2017.

«Se tutte le tendenze saranno confermate, sarà una stagione importantissima, per tutti – spiega la Del Pin, che ha un box nello stand della Sardegna alla Bit –. Ma non dobbiamo perdere la chance. Non dobbiamo vedere i clienti come portafogli che camminano, non dobbiamo spogliare i turisti. Sappiamo che l’aumento degli arrivi è dettato dalle difficoltà di altre aree. Bene, dobbiamo fare in modo che la qualità della nostra offerta faccia tornare quei turisti anche quando passerà l’emergenza e i nostri competitor saranno di nuovo richiesti».

La Del Pin ha chiaro il pericolo, come tanti suoi colleghi: sa che ci sono tante (forse troppe attese) sulla prossima estate; sa che potrebbe esserci, in alcuni, la voglia di fare cassa spendendo il meno possibile e abbassando il livello. E, si sa, in un’Isola in cui fare sistema è complicato, l’errore di uno lo pagano comunque tutti.

Che fare? Non c’è una soluzione facile. «Ci possono essere tante soluzioni – dice la direttrice delle Ginestre –. Io penso che la Sardegna, mare a parte, abbia tante particolarità da offrire; cose che la rendono unica e riconoscibile nel mondo. Abbiamo l’ospitalità nel sangue, noi sardi, e non è un modo di dire. Mettiamola in pratica al massimo delle nostre potenzialità, proprio perché avremo molto da fare. Facciamo che i turisti siano come degli amici: trattiamoli così, anche se pagano per venire e stare da noi. Poi, crediamo di più nella nostra professionalità».

Tutto vero, tutto bello. Ma c’è qualcosa che manca: la collaborazione. «Quest’estate, a mio avviso, invece servirà come mai prima – ragiona la Del Pin –. Per me, il messaggio deve essere questo: non esiste dire “non c’è”. Se un turista ci fa una richiesta, accontentiamolo. Se non abbiamo quello che vuole, chiamiamo un collega e facciamoglielo offrire da lui. Io, l’estate scorsa, l’ho fatto. Ha chiamato alle Ginestre un cliente disabile. Noi non avevamo stanze adatte, ma non gli abbiamo chiuso le porte. Abbiamo chiamato un altro hotel della Costa Smeralda: aveva una camera adatta e abbiamo indirizzato lì il nostro cliente. Alla fine, tutti soddisfatti: il turista è venuto in Sardegna, la Sardegna non l’ha perso forse in modo irrimediabile, i nostri colleghi sono stati contenti e noi anche, perché abbiamo dato un servizio».

La direttrice delle Ginestre è convinta che questo possa essere applicato alle piccole e grandi cose. Fare sistema, non essere gelosi, invidiosi. Ne va del buon nome della Costa Smeralda, destinazione che, non a caso, sta cominciando a ragionare nuovamente come se fosse un tutt’uno (anche se alle prese con la possibile ennesima vendita). Ne va dell’immagine della Sardegna. (g.pi.)

In Primo Piano
L’industria delle vacanze

Tassa di soggiorno, per l’isola un tesoretto da 25 milioni di euro

Le nostre iniziative