La Nuova Sardegna

Sassari

Una task force per salvare la Camera di Commercio

Una task force per salvare la Camera di Commercio

I rappresentanti politici raccolgono l’appello dell’ente che rischia l’accorpamento La riforma cancella l’autonomia quando le imprese associate sono meno di 75mila

18 aprile 2017
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SASSARI. Tutti insieme appassionatamente per impedire che la Camera di Commercio, l’ente che associa le imprese del Nord Sardegna per tutelarne gli interessi collettivi e offrire servizi, perda la propria autonomia così come prevede la riforma Madia sull’accorpamento di questi organismi quando il numero delle imprese non superi le 75mila unità. «Ci vuole un’azione forte per difendere una realtà senza la quale l’intero sistema economico del Nord Sardegna finirebbe in ginocchio». Questo il senso dei numerosi interventi che hanno caratterizzato l’incontro organizzato nei giorni scorsi nella sede camerale. Hanno raccolto l’accorato appello del presidente Gavino Sini i rappresentanti politici del territorio sia in Regione che in Parlamento. All’incontro hanno preso parte il consiglio e la giunta camerale e tutte le rappresentanze imprenditoriali e le principali sigle sindacali. Oltre al disagio manifestato dalle piccole e medie imprese che si avvalgono dei servizi dell’ente e che un domani si vedrebbero costrette a rivolgersi ai privati per il disbrigo delle innumerevoli pratiche previste dall’apparato burocratico c’è il nodo dei posti di lavoro che, se la riforma dovesse essere attuata nel territorio, sarebbero ridotti sensibilmente.

«Si può agire sulla conferenza Stato-Regioni e rivendicare uno schema di riforma che preveda tre camere - ha spiegato il senatore Silvio Lai -. Questo modello potrebbe essere proposto dalla giunta e dal consiglio regionale, in appoggio alla richiesta del territorio che deve trovare le forze economico-sociali e tutte le parti politiche unite».

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente del consiglio regionale Gianfranco Ganau: «Assurdo accorpare una Camera di Commercio che rappresenta quasi 70mila imprese in un contesto dinamico come quello del Nord Sardegna. Credo che su questa base ci siano tutti i presupposti per derogare alla norma e ritengo che la Regione lo debba chiedere a gran voce e schiena dritta». I funzionari dell’ente infatti ci tengono a ribadire che il numero di imprese che fanno capo alla Camera di Commercio è molto vicino alla soglia minima delle 75mila unità prevista dalla riforma.

Maria Grazia Piras, assessora regionale all’Industria, ha ribadito: «La nostra posizione con il Governo nazionale deve essere dura. L’istituzione camerale deve essere preservata in autonomia per puntare allo sviluppo economico del territorio, salvaguardia e rilancio dei posti di lavoro. Sarà determinante che tutti si rimanga uniti in questa battaglia comune che sono certa ci potrà dare i risultati sperati per cui tanto impegno da tempo stiamo investendo».

Sulla stessa lunghezza d’onda anche il consigliere regionale Luigi Lotto: «La conferenza Stato-Regioni è l’unica strada praticabile in questo momento. È necessaria un’azione convinta e tenace sino all’obiettivo, considerate le potenzialità del Nord Sardegna». E a questo proposito si parla di un contesto economico che esprime un export di eccellenza sotto il profilo delle qualità e anche della quantità, i principali distretti economici, porti importanti e in crescita, due scali aeroportuali e almeno il 50 per cento del movimento turistico della Sardegna.

L’incontro si è concluso con l’appello all’unità del consigliere regionale Marco Tedde: «È necessario un tentativo per difendere le istituzioni locali, visto ciò che è successo per la città metropolitana. Nella conferenza Stato-Regioni sarà fondamentale prendere una posizione forte, posto che la unica vera isola d’Italia è la Sardegna con le sue specificità».

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