La Nuova Sardegna

Sassari

Travolte e uccise sulla Sassari-Alghero, il militare investitore patteggia

di Nadia Cossu
Travolte e uccise sulla Sassari-Alghero, il militare investitore patteggia

Il caporal maggiore della Brigata Sassari di 36 anni accusato di omicidio stradale ha concordato con il pm Angelo Beccu un patteggiamento a due anni e otto mesi

23 aprile 2017
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SASSARI. Un accordo con la Procura che verrà sottoposto al giudice il prossimo 29 giugno. Emanuele Secci, il caporal maggiore della Brigata Sassari di 36 anni accusato di omicidio stradale, ha concordato con il pm Angelo Beccu un patteggiamento a due anni e otto mesi. «Abbiamo trovato un accordo con il pubblico ministero – hanno spiegato gli avvocati difensori Edoardo Morette e Andrea Delias – e ora ci rimettiamo alla decisione del giudice Michele Contini nell’udienza fissata a fine giugno».

«Volevo morire, è per questo che quel pomeriggio mi sono allontanato dal luogo dell’incidente» così aveva giustificato il militare la sua fuga dopo il terribile incidente stradale nel quale morirono – il 21 luglio del 2016 sulla quattro corsie per Alghero – Monica Rita Azzu, di 48 anni, e Luisa Mulargia di 72.

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Quel pomeriggio d’estate Emanuele Secci rientrava verso Olmedo alla guida della sua Renault Scenic quando, poco prima dello svincolo per il paese e subito dopo un dosso, si era trovato parte della corsia occupata da una Matiz in panne e non era riuscito a evitare di travolgerla. Le due donne che si trovavano all’interno – Monica Azzu e la Mulargia (suocera del fratello della Azzu) – erano morte sul colpo. Mentre una bambina di 5 anni e sua mamma, Roberta Savasta di 35, e Paolina Mandas, di 76 (madre della Azzu) si erano salvate perché pochi istanti prima erano scese dalla macchina e stavano aspettando i soccorsi accanto al guardrail. Tutte e tre erano state travolte dalla Scenic. Per diverse ore si era temuto per la loro vita, in particolare per quella della bambina. Ma per fortuna le sue condizioni col passare delle ore erano migliorate.

Secci aveva vagato in stato di choc fino alle due del mattino, poi si era fermato vicino alla chiesa campestre di Nostra signora di Talia, alle porte di Olmedo e aveva aspettato che qualcuno lo andasse a prendere. Gli esami tossicologici avevano stabilito che il militare guidava in perfette condizioni psicofisiche.

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