La Nuova Sardegna

Sassari

A Santa Maria le reliquie di Sant’Antonio da Padova

di Antonio Meloni
A Santa Maria le reliquie di Sant’Antonio da Padova

I resti rimarranno esposti dal 6 all’11 maggio. In città l’unica tappa sarda L’autorizzazione arrivata dalla Santa Sede dopo un laborioso iter burocratico

30 aprile 2017
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SASSARI. Da Padova a Sassari, dalla basilica di Sant’Antonio alla chiesa di Santa Maria di Betlem per uno straordinario evento di fede atteso da migliaia di persone. Dal 6 all’11 maggio le reliquie di Sant’Antonio da Padova saranno esposte a Sassari per la devozione dei fedeli. Nei giorni scorsi la fraternità di Santa Maria ha avuto l’autorizzazione della Santa sede a ospitare i resti di uno dei santi più venerati del mondo.

Per l’occasione, i frati, guidati dal guardiano padre Silvano Bianco, hanno allestito un fitto programma di appuntamenti che vedrà il coinvolgimento di una città intera, ma non solo. Quella sassarese, infatti, sarà l’unica tappa in Sardegna, l’unica possibilità per migliaia di fedeli di rendere omaggio al santo di Padova.

Le reliquie, un frammento delle corde vocali e una costola del Santo, sosteranno a Santa Maria, ma saranno portate anche al carcere di Bancali e nei reparti ospedalieri per consentire la partecipazione anche coloro che, per ovvie ragioni, non possono spostarsi. A Santa Maria sarà esposta anche la “massa corporis”, un frammento dell’apparato vocale prelevato in occasione dell’ultima ricognizione fatta nei primi anni Ottanta del Novecento.

Le ispezioni periodiche sulle spoglie dei santi, curate da due commissioni, una tecnico-scientifica, una religiosa, vengono fatte per verificare lo stato di conservazione e, quando necessario, prelevare porzioni di tessuto per analizzarle. Per Sant’Antonio, la prima e più importante ricognizione, con relativa traslazione, risale al 1263, quando il corpo di Antonio da Padova venne trasferito nella basilica della città veneta. L’allora ministro generale dei francescani, Bonaventura da Bagnoregio, futuro santo, presiedette la cerimonia e accertò che la lingua di Sant’Antonio era rimasta incorrotta.

La più recente ricognizione, con esposizione ai fedeli, è del 1981, in occasione del 750° anniversario della morte. Le due commissioni vaticane, che aprirono la tomba, esaminarono le reliquie del Santo e stilarono una dettagliata relazione. Rimossa la lastra di marmo che faceva da copertura, trovarono una grande cassa in legno d’abete avvolta con drappi di stoffa pregiata. Questa a sua volta conteneva una cassetta più piccola che custodiva lo scheletro di Antonio da Padova, ad eccezione del mento, dell’avambraccio sinistro e di altre parti, conservate, da secoli, in reliquiari diversi. Gli ispettori rinvennero anche la tonaca e la massa corporis, frammenti dell’apparato vocale di Sant’Antonio, gli stessi, appunto, che arriveranno a Sassari il prossimo 6 maggio.

I resti furono quindi ricomposti dentro un’urna di cristallo ed esposti all’adorazione dei fedeli tra gennaio e marzo di quell’anno. In ventinove giorni, più di 650 mila persone resero omaggio alle reliquie del Santo di Padova.

Dopo l’ostensione, l’urna venne rinchiusa in una cassa di rovere e riposta nella tomba-altare della cappella a lui dedicata. Alcuni reperti, in particolare le reliquie dell’apparato vocale, sono tutt’ora esposti a Padova nella basilica del Santo, all’interno della stessa cappella. Articolato e laborioso l’iter burocratico relativo all’autorizzazione arrivata dalla Santa sede. La richiesta, trasmessa a gennaio da padre Silvano Bianco al rettore della pontificia basilica di Padova, è stata infatti inoltrata al delegato vaticano competente per materia. Una volta concessa, con un percorso inverso, l’autorizzazione è stata ritrasmessa a Padova e quindi a Sassari. Per ragioni di sicurezza, l’urna contenente i resti di Sant’Antonio, viaggia scortata e con le stesse modalità si sposterà a Sassari nelle varie tappe previste dal programma. Conclusa l’ostensione sassarese, la reliquia, dopo una sosta a Padova, sarà esposta nelle zone colpite dal terremoto.

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