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folk e polemiche

Le “rondinelle” di Nulvi escluse dalla Cavalcata

Le “rondinelle” di Nulvi escluse dalla Cavalcata

NULVI. Saranno pure delle leggiadre “rondinelle” ma sono di Nulvi e quando c’è da indignarsi lo fanno senza peli sulla lingua. Anche quest’anno il costume di Nulvi non parteciperà alla bella kermesse...

04 maggio 2017
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NULVI. Saranno pure delle leggiadre “rondinelle” ma sono di Nulvi e quando c’è da indignarsi lo fanno senza peli sulla lingua. Anche quest’anno il costume di Nulvi non parteciperà alla bella kermesse della Cavalcata Sarda perché, per motivi organizzativi (e forse anche economici), il Comune di Sassari non ha ritenuto di invitare il gruppo folk “Monte Alma” di Nulvi alla sfilata dei costumi. A rappresentare la regione storica dell’Anglona sarà, a quanto pare, il costume di Valledoria. La cosa però non è andata giù ai figuranti nulvesi che già pregustavano il piacere di sfilare nel loro capoluogo di provincia dopo il successo registrato alla Sagra di Sant’Efisio di Cagliari, dove le “rondinelle” nulvesi non sono mai mancate e dove vengono accolte sempre con grande entusiasmo e calore dal pubblico. E invece anche quest’anno il costume di Nulvi non sarà presente, nonostante anche nella passata edizione non fosse stato invitato per motivi di turnazione. A indignarsi però non sono i responsabili del gruppo folk né tantomeno gli amministratori comunali, che non vogliono creare inutili polemiche, ma le stesse figuranti, deluse e amareggiate dalla decisione del Comune di Sassari. In effetti nella primissima edizione della Cavalcata Sarda, quella promossa in onore della famiglia reale dei Savoia, in visita a Sassari, i cavalieri e i costumi di Nulvi c’erano eccome, insieme ai bellissimi costumi di Sennori, Osilo, Ittiri e di altri centri dell’hinterland sassarese. «Almeno per questo gli organizzatori avrebbero dovuto avere un occhio di riguardo per il costume di Nulvi - commentano amareggiate le figuranti nulvesi - ma anche per il fatto che Nulvi ha conservato gelosamente i costumi del 1800 e dei primi del 1900 ed è proprio indossando quell’antico vestiario che noi sfiliamo nelle grandi kermesse che si tengono in Sardegna». «Tagliare Nulvi significa tagliare fuori la storia di un paese, con i suoi colori con i suoi profumi - commenta Lella Serra - i colori dei broccati, le particolarità delle sete che odorano di antico, i ricami, i pizzi in passamaneria frutto delle mani sapienti e della creatività delle nostre nonne, bisnonne e persino trisnonne, “sa uttonera” (i bottoni d’argento), le gonne rigorosamente plissettate a mano, privilegiando chi ha ricostruito i costumi (sulla base, sì, di specifici studi) ma con le moderne macchine da cucire e utilizzando stoffe recenti. Un “groppittu” in terziopelo o un “imbustu” di fine Ottocento non si lasciano a casa se alla Cavalcata si vuole apprezzare la storia. Ma forse è meglio così perché il mio antico e stupendo “groppittu” non merita di scolorirsi sotto il sole cocente e ingrato di Sassari».

Mauro Tedde

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