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“Il paese che non c’è più” raccontato da Patatu

“Il paese che non c’è più” raccontato da Patatu

CHIARAMONTI. «Le storie rimangono tali perché c’è qualcuno che le ricostruisce». Prima di focalizzare la sua attenzione sull’immagine di copertina, Silverio Forteleoni sintetizza in questa frase...

10 maggio 2017
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CHIARAMONTI. «Le storie rimangono tali perché c’è qualcuno che le ricostruisce». Prima di focalizzare la sua attenzione sull’immagine di copertina, Silverio Forteleoni sintetizza in questa frase quello che Carlo Patatu, ex docente e dirigente scolastico, giornalista pubblicista e già sindaco del proprio paese, fa ormai da anni per salvaguardare racconti e ricordi del passato di Chiaramonti. Dopo «Scuola, chiesa, fantasmi», «Sindaco controvoglia», «Il gran rifiuto», il suo ultimo lavoro «Il paese che non c’è più» è stato presentato sabato scorso in una sala consiliare gremita, come in tutte le occasioni che hanno visto l’autore protagonista, alla presenza di Antonio Portas, cerimoniere del Lions Club di Castelsardo e autore della presentazione oltre che moderatore dell’incontro; del sindaco Marco Pischedda e dell’assessore comunale alla Cultura Maria Antonietta Solinas che hanno sottolineato il ruolo di «memoria storica» di Patatu ringraziandolo per «questo nuovo libro che è un regalo per tutta la comunità»; del presidente del Lions Club di Castelsardo Andrea Corso; dell’autrice della prefazione Luisella Budroni, dell’autore della grafica Silverio Forteleoni e dei tanti amici ed estimatori che, dopo gli interventi dei relatori, hanno portato il loro saluto e contributo alla presentazione. «Il paese che non c’è più” è un libro di ricordi che suscita emozioni e mi ricorda vicende quasi uguali che ho vissuto a Castelsardo _ ha detto Andrea Corso _. Registra il passaggio da un’epoca ad un’altra, dall’antichità alla modernità. Un libro che merita non solo di essere letto, ma che può anche essere consultato per la mole di informazioni che vi sono contenute». Nel corso della presentazione sono anche stati proiettai due brevi filmini, ormai storici: uno di 4 minuti su una partita Chiaramonti-Ploaghe del 1960 e l’altro, di 6 minuti, girato nel 1966 per un corso di regia: “Il sabato del villaggio” ricostruito sui versi di Giacomo Leopardi. Pochi minuti per un tuffo nel passato.

Letizia Villa

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