La Nuova Sardegna

Sassari

«Slot, noi costretti a licenziare»

di Luca Fiori
«Slot, noi costretti a licenziare»

Il gestore di via Vardabasso: «Dopo l’ordinanza ci siamo rivolti al Tar per salvare i posti di lavoro»

16 maggio 2017
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SASSARI. Qualche giorno fa ha appeso un cartello provocatorio all’ingresso della sala slot di via Vardabasso, e delle altre due che gestisce in città, per comunicare che - grazie all’ordinanza del sindaco che ha imposto una riduzione degli orari per le sale da gioco - ha dovuto mandare a casa tre dipendenti.

«Potrete comunque continuare a giocare su internet senza limiti orari», ha aggiunto polemicamente Marco Proietti, titolare di sale da gioco e distributore di buona parte delle “slot machine” sparse nei bar della città.

L’ordinanza è quella con cui dal primo maggio il Comune ha deciso di dichiarare guerra alle agenzie di gioco e di mettere in campo un’azione di tutela della salute con misure preventive come la riduzione, a sole otto ore giornaliere, del funzionamento delle slot machine con una pausa “pranzo” dalle 13 alle 16 e lo spegnimento dalle 21 alle 10 del giorno successivo.

«È un’ordinanza che penalizza solo noi - spiega Marco Proietti - e che non risolve in alcun modo il problema della ludopatia. In queste prime settimane di maggio - spiega l’imprenditore - abbiamo registrato un calo degli incassi dell’ottanta percento e abbiamo dovuto mandare via già tre dipendenti e altri cinque a breve avranno una riduzione delle ore di lavoro. Qui in via Vardabasso avevamo in programma di aprire anche una pizzeria e di assumere altre otto persone, ma a questo punto stiamo valutando se ne valga veramente la pena fare un investimento simile». Quello che il gestore delle sale da gioco trova ingiusto è che l’ordinanza vada a colpire duramente solo alcune attività cittadine, mentre altre sembrerebbero quasi immuni. «Noi abbiamo già ricevuto la visita della polizia locale - spiega Proietti - e sappiamo che se dovessero trovarci aperti dopo le 21 passeremmo guai seri, dopo la seconda infrazione scatterebbe la chiusura del locale. Mi piacerebbe sapere - continua l’imprenditore - se i controlli vengono effettuati anche nelle sale slot gestite dai cinesi e nella sala bingo della città». La grande contraddizione dell’ordinanza, secondo chi la contesta, sarebbe un eccessivo accanimento contro le sale da gioco senza però risolvere il grande problema della ludopatia. «Chi vuole giocare - spiega Marco Proietti - trova il modo di farlo anche se trova la sala da gioco chiusa. È un controsenso impedire di giocare in alcune fasce orarie - aggiunge - quando in qualsiasi momento della giornata chiunque può farlo su internet e acquistare ovunque gratta e vinci, venduti ormai anche nei supermercati. Un’ordinanza di questo tipo non risolve nessun problema - aggiunge il gestore delle sale slot - serve un regolamento chiaro che venga fatto rispettare da tutti, perché in questo modo si colpisce solo chi in questo settore dà occupazione. I prossimi giorni attraverso i nostri legali - conclude Proietti - presenteremo un ricorso al Tar, per tutelare i nostri interessi e per salvaguardare diversi posti di lavoro».

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