La Nuova Sardegna

Sassari

Crisi del comparto ippico Appello degli allevatori 

di Barbara Mastino
Crisi del comparto ippico Appello degli allevatori 

L’associazione del cavallo Anglo Arabo scrive al presidente Mattarella Chiesto l’intervento del governo per salvare una delle eccellenze dell’isola

27 giugno 2017
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OZIERI. Rilanciare il comparto ippico facendo ripartire una programmazione fermatasi a una situazione di stallo. È l’appello di Mario Cossu, presidente dell’Associazione nazionale allevatori di cavalli Anglo-Arabo e derivati, con sede a Ozieri, che in una lettera aperta al Presidente della Repubblica, al presidente del consiglio dei ministri, al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali e a tutti i soggetti interessati chiede interventi per risolvere «la situazione drammatica che sta vivendo l’ippicoltura, a iniziare dall’allevamento del cavallo». Le soluzioni, dice Cossu, non sono poi così difficili da trovare: basterebbe, per esempio, ripartire da quell’Organismo di Gestione mai effettivamente entrato in attività. «Nonostante le linee d’indirizzo della legge 154 del 2016 anche per la proroga del termine per l’esercizio di deleghe legislative – dice Cossu –, non abbiamo contezza dello stato dell’arte dell’Organismo e, quindi, del futuro di un settore ippico sempre più vicino al tracollo. Settembre è vicino e, pur conservando la speranza di giuste decisioni da parte del governo, siamo preoccupati per aver perso un altro anno e temiamo che, di questo passo, se ne perderà un altro ancora. Senza nessuna possibilità di programmazione, sarà arduo tenere in piedi un allevamento italiano degno dei fasti del passato ippico equestre del nostro paese». Un riferimento che non può non partire da Ozieri, sede dell’Anacaad, «dove nel 1874 è iniziata la storia dell’allevamento del cavallo in Sardegna e dove nel 1921 è stato inaugurato l’ippodromo di Chilivani». È necessario programmare, ma anche fissare delle linee, insiste Cossu, e il riferimento è all’anagrafe equina, che a causa dei suoi difetti non restituisce «un realistico censimento del patrimonio equino italiano». Per risolvere la situazione, dice il presidente Cossu, «basterebbe un decreto interministeriale, per cui il servizio veterinario delle Asl certifichi l’iscrizione nella banca dati nazionale, provvedendo all’inserimento di tutti i cavalli al momento presenti nel territorio di competenza e attribuendoli al proprietario oppure, in via transitoria, al detentore temporaneo responsabile. Quest’azione, che per il completamento richiede pochi mesi e nessun aggravio per la finanza pubblica, aiuterebbe a capire meglio la situazione e sarebbe la base di partenza per programmare al meglio il futuro di tutto il settore ippico equestre».

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