La Nuova Sardegna

Sassari

Bultei, il Comune investe sull’istruzione 

di Barbara Mastino
Bultei, il Comune investe sull’istruzione 

L’amministrazione municipale ha pagato gli stipendi di due maestre della scuola primaria

07 luglio 2017
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BULTEI. Quando un piccolo comune si rimbocca le maniche e investe sull’istruzione i risultati non possono che essere positivi. È quanto accade a Bultei, comune del Goceano con poco meno di 950 abitanti alle prese come gli altri con la crisi economica, lo spopolamento e il taglio dei trasferimenti regionali e statali, che però ha deciso da qualche anno di riservare una quota del proprio bilancio alla scuola per finanziare il potenziamento dell’offerta didattica nella scuola dell’infanzia, primaria e media. Un trend che va avanti dal 2014, e che quest’anno per esempio ha visto uno stanziamento di 9000 euro che è servito letteralmente per “pagare gli stipendi” di due maestre che hanno curato il potenziamento (le ore suppletive nelle materie principali, italiano e matematica) nelle due pluriclassi della scuola primaria.

Ma non è tutto: il Comune, tramite la biblioteca, sostiene le spese del doposcuola gestito appunto dal personale bibliotecario, finanzia borse di studio, contribuisce alle gite scolastiche e si accolla le spese del materiale, dell’acqua, della luce (fornita tramite moderni impianti fotovoltaici).

Un esempio virtuoso, che va detto non è l’unico in Sardegna e che segnala la grande volontà di sopravvivere dei piccoli centri attraverso la cultura. «Siamo convinti che quello sull’istruzione e la cultura sia un investimento duraturo quanto e più degli altri – dice l’assessore Ilaria Sanna, che nella giunta guidata dal sindaco Francesco Fois detiene la delega per l’Istruzione – perché solo con la formazione e lo studio si cresce e si progredisce. Bultei è un comune piccolo che però negli anni ha formato e visto crescere eccellenti professionalità, e vorremmo che questa tendenza continuasse per molto tempo ancora». Eppure le prospettive non sono rosee: il paese rischia di perdere la scuola media, e anche l’asilo è a rischio chiusura, per mancanza di alunni. Ciò vanificherebbe gli sforzi fatti negli anni dalle diverse amministrazioni comunali per investire nell’ammodernamento degli edifici scolastici, che ora invece sembrano essere destinati a una riconversione forzata. Un dato che stimola la riflessione sulle politiche scolastiche regionali e territoriali. «Come è possibile – si chiede infatti l’assessore Sanna – che la regione in questi anni stia finanziando la ristrutturazione di edifici ormai decadenti o, peggio, la costruzione di nuove scuole, quando a pochi passi, in comuni vicini, ci sono edifici scolastici che sono dei veri e propri “gioiellini” come i nostri? Non sarebbe più semplice mettere le scuole davvero “in rete” invece di concentrare tutto nei gradi centri?».

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