La Nuova Sardegna

Sassari

Crisi comunale: inversioni di rotta in vista

Il documento politico discusso dal Pd prevede dietrofont su campus universitario, ciclabili e Sirio

11 luglio 2017
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SASSARI. La necessità di premere sull’acceleratore è condivisa da tutte le anime del Pd, e il primo a volerlo è lo stesso segretario regionale Cucca. Ma trovare la sintesi non è così immediato. E infatti non è bastato il vertice di ieri in via Mazzini per mettere definitivamente nero su bianco il progetto politico dal quale ripartire. Se ne riparla giovedì. Il documento programmatico sembrerebbe molto stringente, con una serie di correzioni di rotta che toccano i punti nevralgici delle scelte amministrative precedenti. Forse è anche per questo che digerire tante sottolineature comporta più tempo. Soprattutto da parte del sindaco e dei suoi sostenitori, visto che le inversioni di marcia si concentrano essenzialmente su diverse scelte che portano con sè il marchio di fabbrica di Nicola Sanna. Tipo: progetto del campus universitario nella caserma Lamarmora. O ancora: gli sviluppi della metropolitana di superficie rispetto al disegno originario dell’era Ganau. Il tempo stringe e i finanziamenti cominciano ad essere a rischio. E ancora certe scelte contestate in tema di piste ciclabili, che alcune anime del Pd non hanno condiviso con entusiasmo. Insomma, se queste inversioni di marcia entrano davvero a far parte delle nuove linee programmatiche, il sindaco d’ora in avanti avrà ben pochi spazi di discrezionalità e verrà marcato con un pressing a tutto campo. Non si tratta di un commissariamento bello e buono, ma di qualcosa che si avvicina molto.

E un test ulteriore di ciò che potrebbe succedere da qui a una settimana, saranno certamente i nuovi assetti dell’esecutivo. A quanto pare la giunta 2.0 non è altro che una riproposizione fotocopia degli assessori dimissionari, forse con qualche delega mischiata. L’ago della bilancia perché la difficilissima operazione si concretizzi è ancora l’ex vicesindaco Gianni Carbini. Il suo rientro nei ranghi, dopo un’uscita di scena così dura e clamorosa, sarebbe il primo ricamo per la completa ricucitura di tutti gli strappi. Tutti gli assessori dimissionari in quel caso ritornerebbero al proprio posto, da Fabio Pinna a Raffaella Sau, che pur avevano usato toni duri nei loro congedi.

Ma anche la riproposizione di un governo idendico al passato però la dice lunga anche sulla volontà vera di un cambio di passo. Se gli attori restano identici, difficilmente il film avrà colpi scena. A meno che la responsabilità non la si voglia caricare tutta sulle spalle del regista, o togliergli dalle mani la macchina da presa. (lu.so.)

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