La Nuova Sardegna

Sassari

Dal Maghreb a Sassari per diventare dottori

di Antonio Meloni
Dal Maghreb a Sassari per diventare dottori

Applausi scroscianti e tifo da stadio per i primi nove studenti laureatisi ieri Sono parte del progetto Formed dedicato alla cooperazione internazionale 

19 luglio 2017
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SASSARI. Applausi scroscianti e tifo da stadio per i primi nove studenti magrebini che ieri, nell’aula magna dell’Università, sono stati proclamati dottori dal rettore Massimo Carpinelli. Sette studentesse e due studenti, provenienti da Marocco, Tunisia e Algeria, si sono laureati brillantemente dopo avere partecipato al progetto Formed, finanziato dalla Fondazione di Sardegna con l’intento di contribuire alla internazionalizzazione dell’Università di Sassari. Elemento determinante del nuovo corso, avviato dal rettore Carpinelli, il collegamento dell’ateneo turritano con il resto del mondo rappresenta una delle sfide più importanti dei prossimi decenni.

La cooperazione internazionale, in particolare con la sponda sud del Mediterraneo, costituisce infatti una delle priorità del programma su cui l’università di Sassari sta lavorando ormai da qualche anno. Lo ha ricordato lo stesso rettore aprendo la cerimonia che ha preceduto il seminario incentrato proprio sulla nascita di una nuova generazione mediterranea: «Ricerca, studio e innovazione non possono avere confini – ha spiegato Carpinelli – lavoriamo per sostenere le contaminazioni positive, l’apertura e il collegamento con il mondo a cominciare dalla parte sud del Mediterraneo».

Quanto sia importante il programma lo ha rimarcato anche il presidente della Fondazione, Antonello Cabras, che durante i saluti ha annunciato il sostegno permanente al progetto come: «risposta migliore ai problemi del nostro tempo – ha aggiunto – esempio virtuoso di cooperazione che vede la Sardegna parte integrante fra i popoli del Mediterraneo».

Sulla stessa frequenza il presidente di Unimed (Università del Mediterraneo), Wail Benjellun, quando ha detto a chiare lettere che «La conoscenza reciproca è il deterrente più efficace contro il caos di questa travagliata stagione». Benjellun ha evidenziato, però, che il successo di questi programmi è garantito solo se studenti e docenti dimostrano di avere la necessaria apertura mentale e altrettanto desiderio di conoscenza.

Quanto sia grande il loro desiderio di apprendere e integrarsi è dimostrato dai temi delle tesi di laurea, una per tutte, quella di Mohamed Jendoubi, tunisino, classe 1987, che ha lavorato sulla riqualificazione della valle del Rosello dalla quale, secondo la sua valutazione, dovrebbe partire il rilancio della città. Lo studente ha lavorato sul campo realizzando, fra l’altro, una serie di interviste tra cui quella al sindaco Nicola Sanna. Assieme a lui, hanno raggiunto l’ambito traguardo della laurea Chemli Nesrine (Tunisia); Ferram Salia (Marocco); Lambrati Fettah (Marocco); Djedid Hanane (Algeria); El Garbi Hamza (Algeria); Maziz Zahia (Algeria); Dahou Hind (Algeria)e Meddeb Sirine (Tunisia). A loro va non solo l’augurio della comunità accademica e di una città intera, ma anche il sostegno dei loro compagni, molti connazionali, che fanno parte del progetto e che si laureeranno nelle prossime sessioni. Certo è che ieri pomeriggio l’aula magna di piazza Università poteva essere quella di un qualsiasi ateneo del Mediterraneo. E questo, oltre alla proclamazione delle lauree dei primi nove dottori magrebini, è uno dei risultati tangibili della nuova stagione.

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