La Nuova Sardegna

Sassari

Donne sfruttate e violentate: 10 arresti

di Gianni Bazzoni
Donne sfruttate e violentate: 10 arresti

La svolta dopo un anno di indagini, smantellata una organizzazione criminale nigeriana. Base operativa nel centro storico

20 luglio 2017
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SASSARI. La sede operativa era nel centro storico di Sassari, in via Lamarmora, ma il gruppo criminale aveva attività su tutto il territorio nazionale. Spavaldo e cinico, non ha mai messo nel conto l’ipotesi che l’organizzazione potesse essere individuata e smantellata dalle forze dell’ordine. Per mesi hanno sfruttato giovani connazionali clandestine, minacciandole, ricattandole e - in qualche caso - violentandole. Obbligandole ad abortire in condizioni tali da fare rischiare loro la vita. Sono stati i carabinieri della compagnia di Porto Torres - con una attività investigativa cominciata meno di un anno fa - a interrompere gli affari di un gruppo formato essenzialmente da nigeriani. Ieri, alle prime luci dell’alba, a Sassari e a Vercelli, 50 carabinieri della compagnia di Porto Torres guidati dal capitano Romolo Mastrolia con il supporto dei Cacciatori di Sardegna, hanno fermato 10 persone (una è riuscita a scappare e per lei è stato emesso un mandato di cattura europeo) nei confronti delle quali sono stati raccolti gravi indizi di colpevolezza per i reati di tratta di persone, prostituzione minorile, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, violenza sessuale, estorsione, ricettazione, possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, minacce e violenza privata (tutti in concorso tra loro). Nel corso dell’operazione sono stati recuperati anche 23 ovuli contenenti complessivamente 140 grammi di cocaina e 160 di eroina, oltre a materiale per il taglio e il confezionamento dello stupefacente: la conferma che parte dei proventi dallo sfruttamento della prostituzione vengono investiti nel mercato della droga.

I provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari in assenza dell’ordinanza del gip perché è stata valutata la pericolosità degli indagati e l’alto pericolo di fuga (alcuni avevano già le valigie pronte al momento del blitz dei carabinieri ed erano in procinto di partire per la Spagna).

I fermati (4 donne e 6 uomini) sono: Sandra Solomon, 38 anni, Edoborg Godstime ( 21), Susan Imafidon (34), Atawe Eke Nomaeghele (31), Evidence Ajakaiye (33), Paul Okhaforh (27), Antony Ebuehi (38), Oghogho Idahor (35), Vicent Godstime (40), Vivian Edobor (39), Nelson Osahenowmue (33).

I dettagli dell’operazione sono stati illustrati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa al comando provinciale di Sassari alla quale è intervenuto anche il comandante, colonnello Luca Corbellotti. É stato confermato che per mesi gli investigatori hanno monitorato l’attività del gruppo criminale. Individuati i porti di ingresso in Italia - Cagliari e Pozzallo - e le modalità operative. Le giovani donne venivano raggirate con la promessa di un impiego in Europa e soggiogate psicologicamente con riti voodoo per costringerle a restituire la somma di 30mila euro quale prezzo del loro viaggio. Coinvolte anche le famiglie in Nigeria che - a loro volta - facevano pressioni sulle ragazze affinchè onorassero il debito perché minacciate. Ogni settimane le vittime dovevano versare 300 euro. Il lungo lavoro investigativo ha permesso di definire gli specifci ruoli ricoperti all’interno dell’organizzazione, individuando passeur, madame e gli sponsor che acquistavano le giovani donne e le obbligavano a prostituirsi per saldare il debito.

Tra i fatti più gravi accertati, lo stupro di una ragazzina di 16 anni, vergine, su decisione di una madame prima dell’avvio alla prostituzione, e il procurato aborto di una donna arrivata in Sardegna in stato di gravidanza (la vittima era stata poi ricoverata in ospedale a Sassari). Le donne - agganciate nei centri di accoglienza - venivano fatte prostituire a Porto Torres (Li Lioni) e Sassari (Predda Niedda). L’intuito investigativo dei carabinieri, dopo un controllo al porto di Porto Torres: vennero scoperte due donne nigeriane con lo stesso documento falso intestato a una connazionale regolare. Poi gli sviluppi. Fondamentale la collaborazione di alcune ragazze e dei centri di accoglienza. L’indagine non è conclusa.

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