La Nuova Sardegna

Sassari

Il Comune finanzia gli scavi archeologici nell’area di Bisarcio

di Barbara Mastino

Marco Milanese confermato alla guida della ricerca Importante patrocinio della Fondazione Banco di Sardegna

21 luglio 2017
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OZIERI. Prenderà il via esattamente tra un mese, il 21 agosto, la sesta edizione della campagna di scavo nel sito medievale di Bisarcio, una ricerca che nel corso degli anni ha portato a numerose scoperte e che altre ne ha in riserbo per il prossimo futuro. In particolare, oltre alla conformazione architettonica dei luoghi, sul versante della ricerca antropologica sulle popolazioni che vi abitavano, sulle quali si stanno approfondendo gli aspetti sociali ma anche le abitudini alimentari e igieniche, le patologie e tanto altro.

Del fatto che la ricerca di quest’anno porterà interessanti risultati è convinto il direttore dello scavo Marco Milanese, ordinario di Archeologia medievale dell’università di Sassari che anche quest’anno guiderà il team di giovani archeologi, geologi e chimici provenienti da vari atenei italiani ed esteri. L’ottimismo deriva in primo luogo dal fatto che lo scavo quest’anno avrà un ulteriore sito sul quale approfondire la ricerca: i resti di un edificio sempre medievale ma antecedente alla basilica rinvenuto lo scorso anno e che in questa edizione sarà oggetto di ricerche più approfondite insieme con il villaggio, il cimitero e la basilica stessa.

Il secondo motivo di ottimismo deriva invece dal fatto che la ricerca in questa annualità potrà contare su altre due importanti fonti di finanziamento: la prima proveniente da un bando della Fondazione Sardegna che potenzierà le risorse tecnologiche a disposizione della ricerca, permettendo l’utilizzo di moderne attrezzature per le analisi geofisiche, fotogrammatiche e spaziali che saranno a disposizione di ricercatori di alta specializzazione; la seconda proveniente da un bando Prin vinto dal Dipartimento di Storia dell’ateneo sassarese, del quale Milanese è direttore, che sosterrà il versante della divulgazione della ricerca permettendo di utilizzare tutti gli strumenti del web per diffondere tra il pubblico, non solo quello degli esperti, i risultati degli studi.

Un bando nazionale molto ambito, e assegnato a pochi atenei tra i quali, appunto, quello di Sassari. La divulgazione dei risultati della campagna archeologica è, del resto, sempre stato uno degli obiettivi collaterali dello studio, grazie alla presenza degli studenti e dei ricercatori in affiancamento alle guide dell’istituzione San Michele che, nei periodi di scavo, fornivano importanti informazioni aggiuntive e aggiornate in tempo reale ai visitatori rendendo molto più interessante la visita al sito medievale.

Una sinergia che negli scorsi ha dato buoni risultati in termini di presenze, delle quali si è sempre registrato un incremento nei periodi di apertura dello scavo.

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