Il Pci: «Città in ostaggio, Sanna vada via»
Duro attacco da sinistra, invito alla forze progressiste a incontrarsi e definire un programma comune
21 luglio 2017
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SASSARI. «Il sindaco di Sassari Nicola Sanna deve rassegnare le dimissioni». La richiesta arriva dal fronte della sinistra, esplicitata dalla segretaria della federazione provinciale Patrizia Marongiu e dalla sezione cittadina “Polano-Berlinguer” del Partito comunista italiano. .
«Non si può accettare che la città sia in ostaggio e paralizzata da mesi dalle scelte del suo partito, il Pd, in una crisi dai contorni oscuri. Questa crisi – spiegano i comunisti sassaresi – non si giustifica solo con le pretese del Pd di condizionare le scelte del sindaco, fatto certo non secondario. Ma anche con la conclamata incapacità del primo cittadino a governare. Flebile è stata infatti la voce di Nicola Sanna e della sua giunta sulle scelte per l’occupazione, sulla difesa dell’aeroporto e della sanità». Secondo il Pci, il territorio del Nord Ovest mai ha subito un tracollo e una marginalizzazione così vistosa e mai il sindaco ha ottenuto risultati nei confronti della giunta regionale. «A questo punto è chiaro che è il Pd ad essere il nemico della città di Sassari. E a nulla – sottolinea il Pci – può valere la risibile divisione tra chi vede un Pd buono (impersonato da Sanna e dai pochi suoi fedeli ) e uno cattivo rappresentato dai vari Spissu, Lai e Ganau. La prima responsabilità dello sfascio e del degrado è del Pd e il sindaco ne è stato l'esecutore». Contestato duramente anche il «programmino di fine legislatura, scritto sotto dettatura», senza parlare delle «estenuanti alchimie per la formazione di una giunta fotocopia: Sassari non merita altri oltraggi». E il Pci chiede che si prenda atto di una crisi senza sbocchi e che si vada a nuove elezioni. I comunisti sollecitano le forze della sinistra e l’associazionismo progressista «a incontrarsi per definire insieme un programma di governo, l'unica strada per uscire dalla subalternità della città ai voleri del Pd. Altre scelte fanno il gioco dei padroni di sempre».
«Non si può accettare che la città sia in ostaggio e paralizzata da mesi dalle scelte del suo partito, il Pd, in una crisi dai contorni oscuri. Questa crisi – spiegano i comunisti sassaresi – non si giustifica solo con le pretese del Pd di condizionare le scelte del sindaco, fatto certo non secondario. Ma anche con la conclamata incapacità del primo cittadino a governare. Flebile è stata infatti la voce di Nicola Sanna e della sua giunta sulle scelte per l’occupazione, sulla difesa dell’aeroporto e della sanità». Secondo il Pci, il territorio del Nord Ovest mai ha subito un tracollo e una marginalizzazione così vistosa e mai il sindaco ha ottenuto risultati nei confronti della giunta regionale. «A questo punto è chiaro che è il Pd ad essere il nemico della città di Sassari. E a nulla – sottolinea il Pci – può valere la risibile divisione tra chi vede un Pd buono (impersonato da Sanna e dai pochi suoi fedeli ) e uno cattivo rappresentato dai vari Spissu, Lai e Ganau. La prima responsabilità dello sfascio e del degrado è del Pd e il sindaco ne è stato l'esecutore». Contestato duramente anche il «programmino di fine legislatura, scritto sotto dettatura», senza parlare delle «estenuanti alchimie per la formazione di una giunta fotocopia: Sassari non merita altri oltraggi». E il Pci chiede che si prenda atto di una crisi senza sbocchi e che si vada a nuove elezioni. I comunisti sollecitano le forze della sinistra e l’associazionismo progressista «a incontrarsi per definire insieme un programma di governo, l'unica strada per uscire dalla subalternità della città ai voleri del Pd. Altre scelte fanno il gioco dei padroni di sempre».
