La Nuova Sardegna

Sassari

Sannitu: «Mai nessuna minaccia»

Sannitu: «Mai nessuna minaccia»

L’ex sindaco di Berchidda e gli altri due arrestati si sono difesi davanti al Gip

21 luglio 2017
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SASSARI. «Nessuna minaccia, nessuna estorsione, solo l’interessamento per un compaesano che aveva perso un terreno all’asta e stava cercando di ricomprarlo». Si è difeso così ieri mattina davanti al giudice delle indagini preliminari Michele Contini l’ex sindaco di Berchidda Bastianino Sannitu, arrestato una settimana fa dai carabinieri del nucleo operativo con l’accusa di tentata estorsione e turbativa d’asta, insieme al compaesano Antonio Stefano Casu e all’avvocato del foro di Tempio Luca Tamponi. Tutti e tre erano finiti agli arresti domiciliari giovedì scorso nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Sassari che ruota intorno a quella che gli inquirenti hanno definito una «escalation» di minacce nei confronti dell’avvocato sassarese Alessandro Gosmino, per obbligarlo a cedere un terreno agricolo perso da Casu e acquistato nel corso di un’asta giudiziaria a Tempio e per convincere lo stesso legale a non partecipare più ad altre vendite giudiziarie di altre porzioni dello stesso appezzamento. Assistito dall’avvocato Nino Cuccureddu, Sannitu ha scelto di rilasciare dichiarazioni spontanee per spiegare ai Gip e al sostituto procuratore Giovanni Porcheddu il motivo del suo interessamento per Casu. Anche l’imprenditore di Berchidda, assistito dall’avvocato Guido Datome, ha rilasciato dichiarazioni spontanee e respinto con forza le accuse: «non ho mai minacciato nessuno - ha detto Casu al Gip - ho semplicemente dato mandato al mio legale per cercare di rientrare in possesso del terreno che avevo perso».

E il suo legale, l’avvocato Tamponi (assistito dall’avvocato Antonio Fadda) si è invece sottoposto a un interrogatorio durato circa due ore. «Respingo tutte le accuse - ha detto Tamponi - ho agito nel rispetto della legge e nell’esercizio del mio mandato professionale». Il gip si è riservato sulla richiesta della difesa di revoca degli arresti domiciliari. (l.f.)

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