La Nuova Sardegna

Sassari

Droga tra gli olivi alle porte della città

di Gianni Bazzoni
Droga tra gli olivi alle porte della città

Scoperta maxi coltivazione, 400 piante di marijuana: 2 arresti. Trovata anche una pistola, terreno protetto da telecamere

24 luglio 2017
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SASSARI. Una coltivazione di marijuana tra gli alberi di olivo, protetta da una recinzione e da un cancello sempre chiuso e controllata anche attraverso un moderno impianto di video sorveglianza con telecamere sistemate lungo tutto il perimetro.

L’hanno scoperta gli agenti della sezione Narcotici della squadra mobile della questura di Sassari che hanno sequestrato 403 piante e circa 5 chili di marijuana già in fase avanzata di essicazione (stesa come i panni in un filo sotto una tettoia). I poliziotti - guidati dal dirigente della Mobile Bibiana Pala e dal responsabile della Narcotici il sostituto commissario Marcello Argiolas - hanno arrestato Eros Masala, 45 anni, e Fabio Carboni, 41, entrambi sassaresi, che avevano la disponibilità del terreno dove è stata individuata la coltivazione di marijuana. Entrambi già conosciuti dagli investigatori, sono finiti nel carcere di Bancali con l’accusa di illecita coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti.

Nel corso delle perquisizioni che sono state eseguite - con il supporto degli agenti del Reparto prevenzione crimine Sardegna - è stata anche sequestrata una pistola Beretta calibro 6,35 con relative munizioni oltre a cartucce di vario calibro sulle quali sono in corso ulteriori accertamenti. In particolare sulla pistola per capire se sia stata utilizzata in qualche azione criminosa.

L’operazione degli agenti della squadra mobile era cominciata già da qualche giorno, nell’ambito di una serie di attività predisposte dal questore di Sassari Maurizio Ficarra per contrastare la diffusione di sostanze stupefacenti nel territorio. E gli investigatori - nonostante tutti gli accorgimenti adottati dai due arrestati - sono riusciti a individuare le 400 piante in un oliveto in località “Badde Pedrosa”, in agro del comune di Sassari. Per l’occasione è stato impiegato anche il drone che ha ripreso dall’alto la piantagione e ha inviato le immagini che sono state registrate e memorizzate. Proprio la visione aerea ha consentito di avere un quadro completo delle situazione, con le piante di canapa indiana sistemate tra gli alberi di olivo.

Complessa l’operazione, perché la polizia ha dovuto fare i conti anche con un sistema di avvistamento predisposto dai due uomini che hanno allestito la coltivazione di marijuana e che prevedeva un moderno sistema di video sorveglianza. Telecamere ad alta definizione non visibili, sistemate lungo tutto il perimetro e collegate a un computer dal quale era possibile controllare l’avvicinamento di eventuali intrusi.

Per intervenire, gli agenti della squadra mobile e i colleghi del Reparto prevenzione crimine Sardegna hanno dovuto adottare una serie di accorgimenti per restare fuori dal raggio d’azione delle telecamere. Le indagini portate avanti nel corso di diverse giornate hanno permesso di accertare la responsabilità dei due arrestati in merito alla creazione e alla gestione della coltivazione di “Badde Pedrosa”. Gli agenti hanno anche scoperto - vicino a un rustico - che il vivaio di canapa indiana era dotato di un ingegnoso sistema di irrigazione computerizzata. Poi cinque chili di stupefacente “steso” sui fili ad essicare e che a breve sarebbe stato pronto per la commercializzazione.

Dai successivi accertamenti, è stato scoperto che uno dei due arrestati - Eros Masala - stava godendo del beneficio dell’affidamento sociale in una comunità del territorio. Una condizione di favore che ora è venuta meno con l’arresto e il trasferimento in carcere. Le piante sono state estirpate e sottoposte a sequestro, così come lo stupefacente già in fase di essicazione. Un discorso a parte merita la pistola Beretta sulla quale saranno eseguiti gli accertamenti tecnici degli esperti del gabinetto di polizia Scientifica. Nei prossimi giorni gli interrogatori dei due arrestati.

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