La Nuova Sardegna

Sassari

Anche l’Asinara rischia di restare a secco

I bacini idrici di Campu Perdu e Cala d’Oliva ai minimi storici: le scorte per l’estate non sono garantite

27 luglio 2017
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PORTO TORRES. I bacini idrici di Campu Perdu e Cala d’Oliva rischiano di asciugarsi prima della fine del periodo estivo mettendo in crisi il sistema turistico del Parco nazionale dell’Asinara. La situazione altamente critica è stata illustrata l’altro ieri dal vicepresidente dell’Ente Parco, Antonio Diana, al Consiglio direttivo. Appena una settimana fa, infatti, lo stesso Diana aveva inviato una lettera al ministro dell’Ambiente e al presidente della Regione, manifestando la grande preoccupazione relativa alla carenza di risorse idriche sull'isola che risulta ulteriormente aggravata dallo stato di siccità che sta interessando in questo periodo il territorio. Nella nota il vicepresidente ribadiva la necessità della nomina di un commissario straordinario per l’Asinara, che possa prendere in mano la vertenza del servizio idrico per trasferire alla società Abbanoa gli impianti esistenti. E che possa impegnare il finanziamento erogato in favore del sistema idrico (quello erogato dalla Regione al Comune di Porto Torres) e recuperare le risorse necessarie. «Nonostante lo sviluppo del sistema economico dell’Asinara sia ancora sottodimensionato rispetto alle previsioni del Piano del Parco – aggiunge Diana -, ad oggi il livello dei bacini idrici dell’isola sono ai minimi storici: ciò dimostra che le risorse idriche non sono assolutamente sufficienti a garantire l’approvvigionamento idrico primario dell’Asinara». Secondo il vicepresidente dell’Ente per risolvere l’annoso problema idrico è necessaria una progettazione integrata e coordinata a livello regionale, che valuti preventivamente il rischio di impatto ambientale e che definisca le caratteristiche più significative dei successivi livelli di progettazione. «Rimango dell’avviso che un intervento di tale importanza necessiti di essere posto all'interno di un più ampio progetto generale – dice Diana - che prenda in considerazione le esigenze idriche e fognare dell’Asinara, le esigenze dello sviluppo socio-economico e della specificità della fauna selvatica e della flora presente». Non bisogna sottovalutare la carenza idrica dei bacini, insomma, perché ciò potrebbe causare gravi ripercussioni sullo sviluppo turistico, ambientale ed economico dell’isola e sulla salvaguardia e creazione di posti di lavoro. «Credo sia fondamentale il coinvolgimento e il sostegno di tutti gli attori e delle associazioni che operano nel Parco, e non escludiamo che verranno organizzate pacifiche manifestazioni di protesta al fine di sensibilizzare le istituzioni».

Gavino Masia

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