La Nuova Sardegna

Sassari

Case popolari: incertezze e ritardi nella consegna

di Gavino Masia
Case popolari: incertezze e ritardi nella consegna

Si allungano i tempi per la definizione delle graduatorie degli aventi diritto Proteste da parte delle famiglie che vogliono conoscere i tempi di assegnazione

27 luglio 2017
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PORTO TORRES. Tante famiglie attendono quotidianamente di conoscere la data esatta della consegna dei 49 alloggi a canone sostenibile di edilizia pubblica residenziale di proprietà del Comune. La giunta comunale a inizio anno aveva approvato l’istituzione dell’ufficio comunale per la formazione della graduatoria finalizzata all’assegnazione degli alloggi: dopo la pubblicazione degli aventi diritto e i ricorsi previsti dalla legge, si stanno però allungando i tempi per definire una vicenda che sta creando non pochi problemi a diversi nuclei familiari. Ci sono infatti persone che hanno ricevuto da tempo lo sfratto, altri che vivono in veri e propri tuguri e altri ancora che trovano spazio (si fa per dire) all’interno di abitazioni di parenti. Il ritardo sulla consegna delle case è un dato di fatto e l’ulteriore rischio potrebbe essere quello di non vedere completati in tempi brevi anche gli alloggi popolari. Negli ultimi consigli comunali, tra l’altro, era stato il consigliere Pd Massimo Cossu a segnalare il problema dei senzacasa che aspettavano di conoscere le posizioni finali della graduatoria dopo i ricorsi. «E’ stata rimandata a settembre o ad ottobre la consegna degli alloggi a canone sostenibile – dice Cossu – e queste parole mi sono state comunicate più volte dall’assessore al Patrimonio Marcello Zirulia: quello che mi premeva capire è se ci sono particolari criticità nella stessa graduatoria, che in qualche modo possano ritardare la consegna degli alloggi, perché è chiaro che l’amministrazione ha il dovere di vigilare sul corretto iter di assegnazione secondo i principi dell’onestà e trasparenza».

Nei lavori in corso d’opera è stato modificato anche il progetto originale presentato nella precedente legislatura, con ritardi per l’approvazione della perizia di variante, che non prevede più il tetto a giardino.

Modificato pure l’impianto termico e le pareti divisorie previste originariamente in carton gesso, con interposta coibentazione, e allo stato attuale realizzate in gas-beton. Le strade interne ai fabbricati, che dovevano essere in terra stabilizzata secondo la tecnica di bio edilizia, e ora sono previste in calcestruzzo architettonico.

«Abbiamo sempre avuto la certezza che il M5S non avrebbe apportato alcuna rivoluzione in città – aggiunge l’esponente Pd - e che, come i fatti confermano, non sarebbero riusciti a gestire neanche l’ordinario. Si sperava però, che almeno potessero avere le capacità di terminare ciò che le passate amministrazioni avevano lasciato in eredità».

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