La Nuova Sardegna

Sassari

Nella villetta 40 migranti i vicini scendono in strada

di Luca Fiori
Nella villetta 40 migranti i vicini scendono in strada

La cooperativa che l’ha presa in affitto ha sistemato reti e materassi nel giardino  Ma per i residenti di via Mela Ruja la casa non è idonea: mancano anche le fogne

30 luglio 2017
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SASSARI. Quel camion stracarico di vecchi materassi e reti sgangherate arrivato qualche sera fa in via Mela Ruja non è sfuggito a nessuno. Non ci hanno messo molto gli abitanti di questa strada vicinale che attraversa la borgata di San Giorgio a capire che quella quarantina di letti accatastati nel giardino di una vecchia villa - da qualche anno disabitata - sono stati catapultati in queste campagne a pochi chilometri dalla città per ospitare un centro di prima accoglienza per migranti.

La villa, appartenuta in passato alla famiglia Chieffi, tempo fa era stata venduta, ma i nuovi acquirenti da qualche anno sono andati via e non riuscendo a rivenderla l’hanno data in affitto a una cooperativa. I prossimi giorni - gira voce tra gli abitanti della strada vicinale - è previsto l’arrivo di un gruppo di migranti, ma nessuno dei residenti della zona è riuscito a scoprire il numero esatto né il giorno in cui conosceranno i nuovi vicini di casa. Qui tutti si proclamano «non razzisti» e ieri mattina una nutrita rappresentanza delle venti famiglie che vivono in via Mela Ruja è scesa in strada proprio per spiegare le ragioni per cui temono che l’arrivo di quaranta migranti in quella vecchia villa abbandonata non sia una buona idea. «Il primo motivo per cui la Prefettura non dovrebbe dare l’autorizzazione - spiega Carlo Chieffi, figlio dei primi proprietari della villa - è che quella casa è senza fognature, come del resto le altre abitazioni della zona. Il problema è che gli scarichi dei bagni della casa finiscono nella fossa settica del mio terreno che confina con quello che un tempo apparteneva ai miei genitori. Se dovessero andarci a vivere quaranta persone - aggiunge Chieffi - si creerebbe un grave problema sanitario e di igiene pubblica. Per non parlare del fatto che lo scantinato dove immagino vogliano stipare i letti è privo di agibilità. I prossimi giorni chiederemo alla polizia locale, alla Asl e alla Prefettura di verificare tutte queste cose». Accanto a lui c’è chi non nasconde che la presenza di tante persone in una strada senza uscita potrebbe creare problemi di ordine pubblico. «Questa è una strada senza altre uscite - spiega Gavino Varoni - senza luce e senza marciapiedi, se queste persone dovessero inscenare qualche protesta, come è accaduto da altre parti, noi rimarremmo bloccati». Mauro Castagnoli è sceso in strada per spirito di solidarietà. «Personalmente non ho paura - spiega - ma sono qui perché il resto della comunità teme che creare un centro migranti in una villa in mezzo alle campagne non sia una buona idea». Laura Sanna, una delle tante mamme della zona, è preoccupata invece per i bambini. «Nessun razzismo - spiega la donna - se venisse a vivere qui una famiglia di qualsiasi nazionalità sarebbe accolta a braccia aperte, ma quaranta persone che non hanno niente da fare tutto il giorno un po’ ci preoccupano».



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