La Nuova Sardegna

Sassari

Un limbo senza risorse e con tanti obblighi

Un limbo senza risorse e con tanti obblighi

Ancora oscuro il futuro degli enti intermedi salvati dal referendum e di tutti i servizi che gestiscono

30 luglio 2017
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SASSARI. Quella che Sechi sta cercando di portare a casa con la Multiss è un’operazione di indubbia visione, ma anche il chiaro indicatore del ginepraio nel quale le Province, nazionali e isolane, si stanno per infilare.

Destinate alla cancellazione da un referendum regionale e salvati dal fallimento di uno nazionale, oggi le Province storiche sarde (tutte guidate da commissari straordinari) si trovano in un limbo pericoloso dentro cui gestiscono importanti incarichi senza avere i mezzi per farlo. Troppo scarse le risorse (30 milioni per la Sardegna) stanziate dal governo Gentiloni, con le Province isolane che avrebbero bisogno almeno del doppio.

Solo poche settimane fa l’assessore agli Enti Locali Erriu ha sottolineato che è un problema che riguarda tutte le Province, non soltanto quelle sarde, dunque spetta al Governo trovare una soluzione praticabile in tempi ragionevolmente brevi per individuare una via d’uscita, che poi sarebbero le risorse necessarie per la sopravvivenza degli enti intermedi statali. «La Regione da mesi è in prima linea su questo fronte – ha detto – e confermo la massima attenzione da parte nostra. Vigileremo senza abbassare la guardia, pronti a sostenere gli amministratori delle quattro province sarde e della città metropolitana di Cagliari».

La situazione però è che anche una Provincia come quella di Sassari, quella che sta meglio di tutte potendo sfruttare un avanzo di amministrazione per tappare la falla di 13 milioni di euro grazie al fatto di essere l'unica ad aver varato il bilancio, non ha un soldo in cassa: «Lo Stato ha approvato la manovrina che ci dà 10 milioni per il 2017 e 20 per il 2018 – spiega Guido Sechi – ma sono false illusioni, perché ci viene prelevato ciò che viene trasferito mentre restiamo debitori di cifre più alte. Occorre prendere atto che le Province esistono per volontà del popolo, che andrebbero bocciate le manovre finanziarie che hanno recuperato 4 miliardi dalle Province e che nel frattempo la Regione dovrebbe fare delle variazioni di bilancio per consentirci di pareggiare i conti. E poi aprire una vertenza con lo Stato in ordine alle entrate e alla gestione finanziaria degli enti locali». E ancora: «Siamo riusciti a garantire tutti i servizi essenziali per il 2017, come manutenzioni di scuole e strade, ma sono convinto che incontreremo grosse difficoltà nel 2018. La manovra di quest'anno non la potremmo ripetere».

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