La Nuova Sardegna

Sassari

A Nulvi ecco il grande giorno dell’Essida

di Mauro Tedde
A Nulvi ecco il grande giorno dell’Essida

Tutto è pronto nella chiesetta di San Filippo dove i tre enormi tabernacoli sono già pronti e addobbati 

14 agosto 2017
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NULVI. Il grande giorno è arrivato e quella frenetica mobilitazione che ha caratterizzato il paese in queste settimane troverà la sua meritata conclusione questo pomeriggio con la secolare e spettacolare uscita dei tre candelieri di Nulvi. Tutto è pronto nella chiesetta di San Filippo dove i tre grandi tabernacoli sono stati rimessi a nuovo ed abbelliti con le nuove rose di carta realizzate in questi mesi dai tre comitati che curano i festeggiamenti. Già subito dopo pranzo attorno alla chiesa si agita una folla impaziente. Decine di portatori con le loro colorate “divise” scalpitano davanti all’ingresso. Poi all’improvviso tutto comincia. I tre piedistalli, i fusi, lasciano velocemente la chiesa in spalla ai portatori più giovani ed aspettano che escano i tre mastodontici tabernacoli. Un’impresa che appare impossibile ma che poi si realizza fra gli applausi e le incitazioni della gente. Lungo il corso le due parti del cero vengono assemblati da mani esperte e preparati per la folle corsa. La benedizione del parroco accompagnato dalle autorità del paese dà il via alla spettacolare sfilata e tocca al cero dei pastori aprire le danze. L’alzata, o più alzate per saggiare le postazioni sotto le stanghe, e via lungo i saliscendi e le viuzze che portano a prima tappa, Cunventu ‘e subra. Attorno al cerchio magico rappresentato dall’antico percorso storico dei candelieri si assiepa intanto un folla in festa. Molti piangono e si commuovono. La seconda alzata spetta agli artigiani che danno subito prova della loro proverbiale abilità e l’ultima agli agricoltori, sos messajos, ultimi a partire ma poi i primi ad entrare trionfalmente in chiesa. L’uscita dei tre ceri dura solo alcune ore Fra soste ristoratrici e percorsi impervi tra due ali di folla, tra le urla e i canti a squarciagola dei portatori e persino qualche coraggioso balletto, all’imbrunire dopo aver attraversato in prativa l’intero centro storico i tre ceri entrano in chiesa a fare da stupenda corna alla Madonna dormiente che di lì a poco, una volta rasserenati gli animi e riportato il silenzio nella chiesa dell’Assunta, entra adagiata nel suo catafalco accompagnata dei dodici apostoli e da s’Angheleddu che li guida. Prende il suo posto al centro del gigantesco ventaglio di fiori e bandiere e li resterà per tutto l’Ottavario a ricevere le preghiere e il saluti di quanti sono tornati a casa per questa festa molto sentita che non mancheranno di andare a baciare i suoi sandali d’argento.

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