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Sassari

Sassari, sos dal mercato civico: «Non fateci morire»

di Luca Fiori
Sassari, sos dal mercato civico: «Non fateci morire»

La struttura inaugurata nel 2012 conta già 8 box abbandonati. Di recente è stato chiuso il bar che attirava un po’ di clienti

19 agosto 2017
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SASSARI. Otto box abbandonati dopo pochi mesi dall’apertura e ora desolatamente vuoti. Il bar, che fino a pochi mesi fa attirava tra i banchi di carne e pesce qualche cliente in più, chiuso dalla polizia amministrativa perché privo di autorizzazioni e il progetto di creare un angolo ristoro come accade ad Alghero e nei mercati di tutte le grandi capitali europee ancora nel cassetto dei sogni.

A cinque anni dall’inaugurazione il nuovo mercato civico lancia, attraverso i suoi operatori, un appello al Comune perché non si dimentichi delle promesse fatte e riporti la gente nel centro della città. «L’ultima tegola sulle nostre teste - spiega Roberto Loriga della storica famiglia di macellai - è stata la chiusura del bar che ogni mattina portava qui dentro diverse decine di persone in più. Un giorno è arrivata la polizia amministrativa - racconta il macellaio - e ha detto ai gestori che dovevano chiudere perché il Comune aveva concesso lo spazio senza sapere che il regolamento del mercato non prevede che ci siano tra i banchi attività che somministrano cibi e bevande. Basterebbe cambiarlo quel regolamento - aggiunge Loriga - e riprendere a dare quel servizio che il bar offriva ai cittadini».

Basta fare un giro tra i quaranta box realizzati dall’amministrazione comunale e inaugurati nel 21012 dopo un’attesa di circa vent’anni per rendersi conto che c’è qualcosa che non quadra. «Otto sono stati abbandonati poco tempo dopo l’apertura - spiega ancora Roberto Loriga - e questo crea un danno a tutti gli operatori». Dietro a un coloratissimo banco di frutta e verdura lavora la memoria storica del mercato, Duilio Pinna, 81 anni, 75 dei quali trascorsi a contatto con il pubblico. «Ho iniziato a lavorare a 6 anni - racconta il fruttivendolo - perché mio padre era non vedente e allora lo accompagnavo io ogni mattina a comprare la frutta al mercato all’ingrosso. Cosa mi ricordo di quei tempi? Eravamo in 300 - racconta Pinna - e ora guardate in quanti siamo rimasti. Ma se devo dire la verità io non mi lamento, il mercato è questo. Oggi c’è meno movimento perché c’è crisi e la gente crede di risparmiare andando nei supermercati, ma poi quando viene qui si rende conto che non è così. Qui trova prodotti locali e genuini - conclude il commerciante - che nella grande distribuzione non trova». Per molti sassaresi il mercato è ormai solo un ricordo di altri tempi. «Io vengo qui ogni tanto - spiega Piero Piras, pensionato di Nulvi ma trapiantato in città da una vita - vivo in un’altra parte della città e non è semplice arrivare fino a qui per fare la spesa, però ci vengo sempre volentieri e mi rendo conto che i prodotti sono nettamente migliori di quelli della grande distribuzione». Per tenere in vita il mercato del resto gli operatori non possono che aggrapparsi alla qualità in attesa che il Comune realizzi - come ha promesso - il polo del gusto, dei mestieri, dell’artigianato e della cultura sassarese nell’ala dismessa davanti a piazza colonnello Serra. L’amministrazione ha in mente di trasformare la vecchia struttura riportandola nel cuore e nelle abitudini dei sassaresi. I fondi ci sono già, ma gli operatori del mercato chiedono di fare in fretta perché nel mentre nell’ala nuova si rischia di chiudere.

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