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Sassari

Ezzi Mannu, spiaggia liberata: giù la recinzione sotto i colpi delle ruspe

di Luigi Soriga
Ezzi Mannu, spiaggia liberata: giù la recinzione sotto i colpi delle ruspe

Stintino, dopo 7 anni il Tar dà ragione al Comune: esecutive le ordinanze di demolizione della rete abusiva che blinda l’arenile

24 agosto 2017
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STINTINO. Mercoledì mattina a Ezzi Mannu tirava una brezzolina strana, come non si respirava da anni. Non c’era l’omino in maglia gialla ad esigere il pedaggio, c’era un andirivieni di divise, e a metà mattina sono comparse anche le ruspe. E la recinzione metallica distesa a perdita d’occhio ha cominciato a piegarsi metro dopo metro sotto i colpi di benna. Il tutto davanti agli occhi increduli dei bagnanti, stupefatti per l’inaspettata gratuità del parcheggio.

Ordinanze di demolizione. La spiegazione sta tutta in due distinte ordinanze del Comune di Stintino. Risalgono addirittura al 2010, ma fino a ieri erano rimaste in freezer in attesa che il Tar dicesse finalmente la sua. E qualche giorno fa il tribunale si è pronunciato a favore dell’amministrazione pubblica. Così quelle ordinanze congelate da anni, ieri hanno avuto immediata esecuzione. Vigili urbani, ruspe e carabinieri si sono presentati davanti al terreno privato della Sismo Srl.

Rete pericolosa. «Considerato che in data 16/07/2005 è stata accertata la costruzione abusiva di una recinzione lungo il lato prospiciente la vecchia strada Stintino-Porto Torres, realizzata da rete elettrosaldata con maglia 20x20 dell’altezza di cm. 230 sostenuta da paletti in profilati di ferro – si legge nell’ordinanza – e tenuto conto che la Capitaneria di Porto Torres il 30/06/2004, ha espresso “Parere sfavorevole sulla recinzione in quanto quel litorale di spiaggia è frequentato da molti bagnanti e l’inserimento di una recinzione metallica precluderebbe l’utilizzo di quella fascia costiera. Considerato infine che la recinzione si presenta in condizioni di degrado particolarmente pericolosa per la presenza di numerosi spezzoni di rete arrugginita abbandonati all’interno della proprietà privata frequentata da bagnanti in quanto antistante un tratto di arenile molto frequentato, il sindaco ordina alla Sismo srl il ripristino immediato dello stato dei luoghi e la rimozione della recinzione».

Niente autorizzazioni. E questa era l’ordinanza sulla sicurezza. Poi c’è quella che si concentra sulle prescrizioni urbanistico-ambientali: «È stata accertata la difformità delle opere eseguite, e i lavori risultano essere stati eseguiti senza titolo abilitativo e in assenza di autorizzazione paesistica, trattandosi di area sottoposta a vincolo». Sulla base di queste ordinanze, dopo oltre dieci anni la spiaggia di Ezzi Mannu non è più blindata.

Il sindaco. «Si tratta di un'area sensibile - dice il sindaco di Stintino Antonio Diana - sulla quale sono necessari ancora numerosi interventi che ci impongono un attento controllo per un rispetto dei luoghi. Ezzi Mannu è inserito all'interno di un progetto speciale del Puc, parco agricolo-archeologico-balneare, e da fine stagione estiva abbiamo intenzione di iniziare a lavorare al Pua, piano urbanistico attuativo. Questo ci consentirà appunto di attuare gli indirizzi previsti nel Puc e relativi alla balneabilità, al rispetto ambientale e delle zone agricole e di rilevanza archeologica».

Problemi di viabilità. Non sarà una passeggiata regolamentare e gestire la fruibilità di questo delicato tratto di costa. Oltre al problema dei vincoli paesaggistici e dell’area protetta, c’è anche quello della viabilità e degli accessi al mare. Le strade pubbliche che conducono alla spiaggia sono molto strette e non consentono assolutamente la sosta laterale delle auto. Il primo slargo utile che si presta a ospitare un centinaio di veicoli dista oltre mezzo chilometro dal mare. Ed è proprio su questo fronte che ha gioco forza il privato. Che in sintesi dice: o parcheggi nel mio lembo di terra che si allunga per chilometri tra la strada e il mare, oppure ti rassegni a una maratona a piedi. La Sismo, visto che da dieci anni ha funzionato a pieno regime, vorrà continuare il businnes dell’accesso a pagamento, facendo leva sull’articolo 843 del codice civile, lo stesso impresso a timbro sulle ricevute rilasciate ai conducenti. Che in sintesi dice questo: «se l'accesso al fondo agricolo cagiona danno, è dovuta un'adeguata indennità». In pratica un ristoro patrimoniale per il calpestio degli pneumatici. Contro quest’obolo che molti considerano un abuso, sono stati depositati in Procura diversi esposti, ma la magistratura non è mai intervenuta. Quindi non è ancora chiaro che il proprietario terriero stia esercitando un proprio diritto o semplicemente un abuso. Per questo sarà improbabile che la Sismo si rassegni così facilmente all’avanzare delle ruspe.

La denuncia del Wwf. L’ultimo esposto in Procura risale a un mese fa e porta la firma della presidentessa del Wwf di Sassari Vanda Casula. Il documento punta il dito sulla devastazione che il parcheggio produce all’interno di un’area Sic, con rigorosi vincoli ambientali. Il sistema dunale e la vegetazione sono ormai compromessi dai solchi degli pneumatici e dal calpestio dei bagnanti.

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