Lavori di pubblica utilità coinvolti i richiedenti asilo
di Barbara Mastino
Si tratta di un gruppo di migranti ospiti della Caritas e in regola con i permessi Non riceveranno alcun compenso ma saranno coperti da garanzie assicurative
29 agosto 2017
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OZIERI. Prenderà il via questa settimana il progetto di inserimento dei migranti presenti in città in attività di pubblica utilità. Cinque richiedenti asilo ospitati nelle strutture della Caritas saranno impegnati per due mesi in lavori socialmente utili come manutenzioni urbane e del verde pubblico, pulizia e riordino degli ambienti esterni, affiancando gli operai in attività. Attività che non prevedono compenso di alcun tipo, ma che comunque avverranno nel rispetto delle garanzie di dignità e sicurezza dei ragazzi impiegati e avranno copertura assicurativa per eventuali infortuni e di responsabilità civile contro terzi.
Il progetto è stato attivato dai settori servizi sociali e tecnico e urbanistico del Comune di Ozieri in collaborazione col Cas della Spes, cooperativa braccio operativo della Caritas diocesana, con la base normativa costituita dalla Circolare del Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, del 27 novembre 2014.
«L’obiettivo della circolare – spiegano gli assessori ai Servizi sociali Ilenia Satta e all’Urbanistica e Ambiente Matteo Taras – è quello di promuovere e favorire l’incontro e il dialogo con le diverse culture. Nell’ambito di questa norma – prosegue – il nostro progetto ha come scopo quello di favorire l’inserimento dei migranti nella comunità. Attraverso l’attività di volontariato, infatti, si vuole favorire la conoscenza del territorio e migliorare l’integrazione, e creare per i giovani migranti un’occasione per conoscere il contesto sociale nel quale si trovano e anche di maturare una coscienza della partecipazione in grado di porli in sintonia con la comunità che li accoglie, di capirne la cultura e i bisogni».
Attivato già a partire dal mese di aprile dopo la richiesta presentata da un gruppo di migranti di impegnarsi per la comunità, tramite il loro portavoce Amadou Oury Binta Diallo, nato nel 1989 in Guinea, il progetto parte solo ora a causa - oltre che della fisiologica pausa per il ricambio del consiglio comunale dopo le elezioni - del prolungarsi dell’iter burocratico dell’attivazione delle assicurazioni e della necessità di far frequentare agli aspiranti volontari appositi percorsi di formazione e addestramento in materia di sicurezza.
Gli aspiranti ad aprile erano stati ben 26, ma solo 5 - quelli già messi in regola con le questioni burocratiche - potranno effettivamente prendere parte al progetto.
Il progetto è stato attivato dai settori servizi sociali e tecnico e urbanistico del Comune di Ozieri in collaborazione col Cas della Spes, cooperativa braccio operativo della Caritas diocesana, con la base normativa costituita dalla Circolare del Ministero dell’Interno, Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, del 27 novembre 2014.
«L’obiettivo della circolare – spiegano gli assessori ai Servizi sociali Ilenia Satta e all’Urbanistica e Ambiente Matteo Taras – è quello di promuovere e favorire l’incontro e il dialogo con le diverse culture. Nell’ambito di questa norma – prosegue – il nostro progetto ha come scopo quello di favorire l’inserimento dei migranti nella comunità. Attraverso l’attività di volontariato, infatti, si vuole favorire la conoscenza del territorio e migliorare l’integrazione, e creare per i giovani migranti un’occasione per conoscere il contesto sociale nel quale si trovano e anche di maturare una coscienza della partecipazione in grado di porli in sintonia con la comunità che li accoglie, di capirne la cultura e i bisogni».
Attivato già a partire dal mese di aprile dopo la richiesta presentata da un gruppo di migranti di impegnarsi per la comunità, tramite il loro portavoce Amadou Oury Binta Diallo, nato nel 1989 in Guinea, il progetto parte solo ora a causa - oltre che della fisiologica pausa per il ricambio del consiglio comunale dopo le elezioni - del prolungarsi dell’iter burocratico dell’attivazione delle assicurazioni e della necessità di far frequentare agli aspiranti volontari appositi percorsi di formazione e addestramento in materia di sicurezza.
Gli aspiranti ad aprile erano stati ben 26, ma solo 5 - quelli già messi in regola con le questioni burocratiche - potranno effettivamente prendere parte al progetto.