La Nuova Sardegna

Sassari

la polemica, M5S attacca 

Murru: sulle piste ciclabili il Pd ha la memoria corta

Murru: sulle piste ciclabili il Pd ha la memoria corta

SASSARI. «Sulle ciclabili il Pd ha la memoria corta. Visto che nel 2008 l’allora giunta Ganau le escluse, motivando la sua scelta, dal piano urbano della mobilità. Nulla da allora è cambiato, se non...

03 settembre 2017
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SASSARI. «Sulle ciclabili il Pd ha la memoria corta. Visto che nel 2008 l’allora giunta Ganau le escluse, motivando la sua scelta, dal piano urbano della mobilità. Nulla da allora è cambiato, se non il desiderio di accedere a finanziamenti per la “eco-sostenibilità” dei trasporti, senza che però dietro ci sia alcuna visione». Parole del consigliere comunale M5S Maurilio Murru che attacca dopo la notizia dei giorni scorsi che annunciava l’arrivo a Sassari di nuovi fondi utili anche alla creazione di nuove “micro-reti ciclabili integrate di quartiere, la realizzazione di punti di bike parking elettrico e il potenziamento del sistema di bike sharing”. «Tutto molto interessante – spiega Murru – non fosse altro che l’attuale percorso ciclabile è scarsamente utilizzato. Ma mi preme sottolineare una cosa, ovvero la visione e la programmazione da parte di un’area politica che amministra questa città per il terzo mandato consecutivo e che esattamente il 10 dicembre 2008 aveva approvato il Piano urbano della mobilità che diceva delle cose molto interessanti. In particolare sottolineava che “vista la conformazione ed i caratteri orografici della città non ci pare ragionevole proporre “sistemi di piste ciclabili” la cui frequentazione sarebbe certamente modestissima».

«Dal 2008 ad oggi, la città di Sassari ha modificato la sua conformazione orografica? – attacca Murru – Ci sono stati in questi 9 anni terremoti o smottamenti che sono intervenuti appianando la città dove presenta importanti pendenze che mal si addicono alla realizzazione di percorsi ciclabile? A mio avviso no, ma vorrei essere corretto se sbaglio. La realtà è che una visione in questo senso non è mai esistita, oppure esisteva ed era quella espressa nel Pum, ma vista la “facilità” con la quale oggi si ottengono finanziamenti per la “eco-sostenibilità” dei trasporti ecco che ci siamo buttati dentro, quindi non per l’esistenza di una reale visione ma bensì di mera opportunità. Ecco io sono dell’avviso che i cambiamenti culturali necessitano di tempo, necessitano di coraggio e necessitano anche di grande decisione, ma affinché possano realizzarsi devono sempre partire dalla testa e non dalle gambe».

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