La Nuova Sardegna

Sassari

Morte del cantiniere, aperta un’inchiesta

di Nadia Cossu
Morte del cantiniere, aperta un’inchiesta

Paride Meloni, 46 anni, ha respirato i gas velenosi del mosto. Il titolare: «Sono distrutto». Domani verrà eseguita l’autopsia

10 settembre 2017
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ALGHERO. «Paride, facci assaggiare il miglior vino della cantina», gli aveva chiesto venerdì mattina il suo titolare Piero Delogu. E lui, entusiasta, era tornato dopo poco con i calici e un’ottima bottiglia. Un brindisi insieme agli ispettori del Gambero Rosso in visita alle Tenute Delogu di Alghero, due chiacchiere e poi di nuovo al lavoro.

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Dopo qualche ora la tragedia: Paride Meloni, agrotecnico di 46 anni è morto perché quasi certamente ha respirato i gas di fermentazione del mosto messo a riposare in uno dei silos dell’azienda. Ma sarà l’inchiesta aperta dalla Procura di Sassari a chiarire cosa sia accaduto venerdì sera. Intanto una prima importante risposta arriverà dall’autopsia che sarà eseguita domani o al massimo martedì mattina.

«Tra le cose più orribili che potessero capitare...». Piero Delogu – proprietario delle omonime Tenute a pochi chilometri dalla città catalana – ha la voce rotta dal pianto mentre, raccontando chi era Paride, prova a immaginare cosa sia successo. Nella sua impresa questi sono giorni di vendemmia e nei recipienti custoditi in appositi spazi all’interno delle Tenute viene adagiato il mosto. «Venerdì nel silos c’era quello della giornata – dice – probabilmente la fermentazione era appena cominciata. Paride deve essersi fidato...». È una frase che pronuncia più volte nel tentativo di trovare una spiegazione a questa morte che gli ha provocato un enorme dolore: «Deve essersi fidato...». Perché un tecnico esperto come lui non avrebbe mai rischiato così tanto.

Eppure ieri, stando almeno a una prima ricostruzione, il 46enne sassarese sarebbe salito sul silos forse per vedere a che punto era il mosto. Appena si è affacciato una vampata deve averlo investito subito e lui non è riuscito a riprendersi.

I colleghi lo cercavano, non lo trovavano nell’azienda, lo chiamavano al cellulare ma il telefono squillava a vuoto. Poi un operaio lo ha trovato. «Paride era uno che si spostava molto all’interno delle Tenute – spiega il titolare – faceva anche il manutentore. Conosceva perfettamente questo lavoro, era con me da 25 anni».

Non solo un dipendente, quindi, ma uno di famiglia. Un bravissimo cantiniere, scrupoloso e attento. E allora cosa può essere accaduto? Un’imprudenza che gli è stata fatale? Un malore che lo ha colto nel momento e nel posto sbagliato? Per ora si fanno ipotesi ma sarà l’inchiesta a fornire un quadro più chiaro e ad accertare se all’interno del locale – che su ordine della stessa magistratura è stato dissequestrato ieri dai carabinieri di Alghero – fossero garantite tutte le misure di sicurezza.

«Niente potrà essere come prima – trattiene a stento le lacrime Piero Delogu – mi mancano l’emozione e l’entusiasmo. Mi tornano alla mente tutti i momenti vissuti insieme, i progetti in cantiere per far conoscere i vini. Non sarà facile andare avanti senza Paride...».
 

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