La Nuova Sardegna

Sassari

Prima campanella a scuola polemiche su orari e mensa

L’assessora Canu replica alle proteste per il tempo pieno rinviato a ottobre «Solo 150 richieste con costi proibitivi, abbiamo fornito soluzioni alternative»

14 settembre 2017
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SASSARI. Prima campanella per gli alunni sassaresi, e immancabili polemiche sul rinvio dell’inizio del tempo pieno, e relativo servizio mensa, a ottobre. Con l’assessora alle Politiche Educative Alba Canu, che fa i conti. E spiega che il servizio, poco richiesto, avrebbe costi insostenibili. E che il Comune ha comunque ipotizzato soluzioni alternative.

«Il confronto – spiega il sindaco Nicola Sanna dopo gli auguri di rito – con allievi e allieve, dirigenti, insegnanti, operatori e operatrici, è necessario non solo per un sereno svolgimento delle attività didattiche ma anche per la programmazione del Settore Attività Educative, oltre che per gli interventi di edilizia scolastica, volti al miglioramento delle strutture e dei servizi».

A far discutere il servizio di ristorazione scolastica che ripartirà il primo lunedì del mese di ottobre e si concluderà il 31 maggio per le scuole primarie e il 30 giugno per le scuole dell’infanzia. Servizio per cui il Comune ha confermato l’impegno di spesa, stanziando 3 milioni per il quinquennio 2014-2019.

Nell’anno scolastico 2016 2017 sono stati spesi per la mensa complessivamente 2 milioni 900mila euro, finanziati per 1 milione 600 mila su fondo unico, 1 milione 200mila su fondi comunali e 89mila su fondi statali. Sono stati 5000 i pasti forniti quotidianamente, 4870 sono i bambini che hanno usufruito del servizio, 2.119 delle scuole dell’infanzia e 2.751 delle primarie a tempo pieno.

Tra gli obiettivi strategici dell’amministrazione la promozione di una sana educazione alimentare, con la scelta di prodotti in gran parte a filiera corta. Previsti menù alternativi, sia per esigenze di carattere etico-religioso che per esigenze sanitarie.

«Per quanto riguarda il periodo di tempo – continua l’assessora – quest’anno è stata vagliata la possibilità di ampliamento del servizio, di fronte alle richieste di alcuni genitori, che chiedono di garantire la mensa dal primo e fino all’ultimo giorno di scuola. L’amministrazione ha chiesto ai dirigenti scolastici di verificare presso i propri istituti quante famiglie avessero reale necessità del tempo pieno a partire dal primo giorno di scuola o comunque di un servizio di supporto. È emerso che i bambini interessati sono 151 nella scuola primaria e 2 nella scuola dell’infanzia. Metà degli istituti comprensivi non hanno avanzato, ad oggi, alcuna richiesta né alcun bisogno di modifica dei tempi di avvio della mensa. I dirigenti hanno, anzi, evidenziato la tendenza di molte famiglie ad iscrivere i figli al tempo normale per difficoltà sempre maggiori a sostenere le spese della mensa».

L’ampliamento del servizio necessiterebbe di un ulteriore finanziamento da parte del Comune di circa 400mila euro, cifra che l’amministrazione non è in grado di impegnare. «L’amministrazione – conclude Alba Canu - ha quindi esplorato i costi possibili di un servizio di assistenza ai bambini che coincida con l’orario del tempo pieno e che consenta alle famiglie che ne hanno necessità di sopperire ai problemi organizzativi familiari, ottenendo un riscontro da un’organizzazione conosciuta, la Uisp, che per le due settimane di inizio anno ipotizza un costo a bambino tra i 45 e i 60 euro».



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