La Nuova Sardegna

Sassari

Porto Torres, il Comune paga l’affitto di 2 mesi alla famiglia sfrattata ad aprile

di Gavino Masia
Porto Torres, il Comune paga l’affitto di 2 mesi alla famiglia sfrattata ad aprile

Soluzione temporanea per le persone che avevano occupato una rimessa nel parco di San Gavino L’assessore alle Politiche sociali invita i cittadini a segnalare situazioni anomale nelle case popolari

16 settembre 2017
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PORTO TORRES. L’amministrazione comunale ha trovato una sistemazione adeguata per la famiglia Serra - padre e madre e due figli di 11 e 16 anni - che nei giorni scorsi aveva occupato abusivamente uno stabile comunale nel parco San Gavino. Una soluzione temporanea dopo lo sfratto esecutivo dello scorso 30 aprile dalla casa di via Mentana, che ha costretto il nucleo familiare ad arrangiarsi prima con i parenti (per ospitare i figli) e nei mesi estivi utilizzando come giaciglio la spiaggia delle Acque Dolci. I Servizi sociali si sono subito attivati appena dopo l’occupazione abusiva nel locale di 15 metri utilizzato come ricovero attrezzi, e pagheranno due mensilità per l’affitto di una casa che è stata individuata direttamente dalla famiglia. «I nostri uffici aiutano le persone in difficoltà usando gli strumenti previsti dalla legge e le risorse economiche a disposizione – precisa l’assessora alle Politiche sociali Rosella Nuvoli –, cercando di distribuirle equamente secondo le esigenze degli utenti, e in questo caso gli assistenti sociali hanno trovato il modo di sostenere questa famiglia di Porto Torres evitando che proseguisse da parte loro l’occupazione abusiva nello stabile all’interno del parco San Gavino».

I figli della coppia nel frattempo erano stati affidati ad una comunità di minori, ora quindi spetterà al Tribunale dei minori decidere se possono ritornare assieme al padre e alla madre in considerazione del fatto che potrebbero vivere dentro la casa in affitto. La situazione dei senza casa a Porto Torres è davvero grave e viaggia pari passo con lo stato di indigenza della maggior parte delle famiglie.

Gli sfratti diventano infatti esecutivi nel momento che il capofamiglia si trova senza lavoro e - mancando opportunità occupazionali - si trova già ad essere assistito dal Comune. «Quando gli utenti sono consapevoli di attraversare un periodo di difficoltà devono rivolgersi ai Servizi sociali senza attendere il momento dello sfratto esecutivo – aggiunge l’assessora Nuvoli –, in modo da poter affrontare il problema per tempo e avere la possibilità di anticipare l’emergenza. È anche opportuno ribadire che l’ente non ha ora unità abitative a disposizione e in ogni caso non potrebbero comunque essere assegnate senza che le famiglie destinatarie siano inserite in apposite graduatorie certificate». Allo stato attuale non risultano all’amministrazione informazioni su case di edilizia popolare subito disponibili per l’assegnazione. Però se qualcuno volesse comunque indicare la presenza di persone non aventi diritto all’interno delle abitazioni di proprietà del Comune o dell’Area, conclude l’assessora, può inoltrare segnalazione (anche anonima) agli uffici: «Ci attiveremo per trasmetterle alle autorità competenti».

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