La Nuova Sardegna

Sassari

Vaccini, niente sconti: disposte ispezioni a Nuoro

di Silvia Sanna
Vaccini, niente sconti: disposte ispezioni a Nuoro

Feliziani, direttore dell’Ufficio regionale: «La legge deve essere applicata»

16 settembre 2017
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SASSARI. Chi non è in regola con le vaccinazioni deve restare fuori: la legge non fa sconti e non li fa neppure Francesco Feliziani, direttore dell’Ufficio scolastico regionale. Che nell’apprendere quanto accaduto giovedì mattina in alcuni istituti di Nuoro, non ha perso tempo: «Ho disposto accertamenti sulla vicenda – e controlli in molte altre scuole – per verificare il comportamento di alcuni dirigenti che avrebbero ammesso alla scuola dell’infanzia bambini privi della documentazione stabilita dalla legge. Si tratta di un testo nuovo e alla prima applicazione – aggiunge Feliziani – e capisco anche la buona fede dei dirigenti. Ma la legge è chiarissima e deve essere rispettata senza lasciare spazio a libere interpretazioni. I dirigenti scolastici sono chiamati a verificare se il bambino ha i requisiti per accedere a scuola: la vaccinazione è uno dei requisiti stabiliti per la scuola dell’infanzia, dunque non c’è la possibilità di sbagliare».

E chi è chiamato a verificare e non rispetta le regole, «non ha scuse e accetta di pagarne le conseguenze». Che nel caso dei dirigenti in questione possono tradursi nel reato di omissione di atti d’ufficio.

Respinti e ricorsi. Se a Nuoro le porte non sono state chiuse a nessuno, anzi in alcuni istituti il numero di scolari in regola sarebbe molto basso, a Capoterra la legge 19 è stata applicata alla lettera. In una scuola materna sei bambini non sono stati ammessi perché i genitori non hanno presentato entro il termine previsto (lunedì 11 settembre), la documentazione richiesta: cioè la fotocopia del libretto Assl che attesti le vaccinazioni eseguite, oppure la prenotazione presso la stessa Assl dei vaccini mancanti, o ancora una autocertificazione da verificare entro il 10 marzo 2018.

A Capoterra è successo questo: i genitori dei bambini, evidentemente non favorevoli alla legge che stabilisce l’obbligatorietà dei vaccini, hanno rifiutato di firmare l’autocertificazione standard stabilita dal Ministero chiedendo di poter aggiungere al documento postille e condizioni. Niente da fare: la richiesta non è stata accolta e i sei bambini non sono potuti entrare a scuola giovedì mattina, giorno di avvio delle lezioni. Poi il numero si è ridotto a quattro perché una parte dei genitori ha fatto marcia indietro e ha deciso anche se controvoglia di adeguarsi alle regole. Gli altri no. E appare scontato che presenteranno ricorso, rivolgendosi a un legale, contro l’esclusione dei propri figli.

Regole uguali per tutti. Francesco Feliziani sottolinea che la scelta corretta è stata fatta a Capoterra, perché la legge non ammette deroghe e dunque l’autocertificazione “modificata” non poteva essere accolta. «Negli ultimi giorni le disposizioni sono state illustrate con diverse circolari – dice il direttore dell’ufficio scolastico regionale – nelle quali è stata ribadita la scadenza dell’11 settembre per la presentazione della documentazione richiesta. È accettabile – sottolinea – mostrare tolleranza e concedere alle famiglie più tempo, permettendo di produrre i certificati anche nelle giornate del 12 e del 13. Ma poi stop: dal 14, giorno di avvio delle lezioni, non possono essere ammessi ulteriori ritardi».

Che cosa avrebbero dovuto fare i dirigenti? «Mandare via anche se a malincuore i bambini non in regola e avvisare la Assl», dice Feliziani. Anche i bimbi extracomunitari: «La legge non prevede deroghe, se hanno fatto i vaccini devono richiedere i certificati, se non li hanno fatti li devono fare. Come gli altri».

Dirigenti o sceriffi? «Sento dire cose assolutamente sbagliate, è inconcepibile che chi è chiamato ad applicare le regole si senta uno sceriffo. Ricordo che la legge stabilisce l’esigenza di salvaguardia di un bene primario, che è la salute pubblica. E ricordo anche che la scuola dell’infanzia non è obbligatoria. Dunque chi non vuole sottostare a queste regole può decidere di non farla frequentare ai figli In caso contrario deve adeguarsi. E i dirigenti scolastici devono verificare che lo facciano. Tutti noi vorremmo che il nostro lavoro ci regalasse solo soddisfazioni . A volte invece capita di dover fare qualcosa di spiacevole, come mandare via un bambino da scuola in attesa che la sua posizione si regolarizzi».

No vax e free vax. Dicono no alle imposizioni a favore di una scelta libera. In Sardegna sono un migliaio e si stanno organizzando per aggirare la legge. Tra loro c’è chi ha presentato l’autocertificazione ma non vaccinerà i figli entro il 10 marzo: per quella data li ritirerà dalle lezioni, quando mancano più di tre mesi alla fine dell’anno scolastico.
 

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