La Nuova Sardegna

Sassari

Suor Angela dal Congo all’Asinara, un medico con il mare nel cuore

Suor Angela Bipendu e Giampaolo Delogu
Suor Angela Bipendu e Giampaolo Delogu

La storia della religiosa, cardiochirurga del Cisom, arrivata nell’Isola per prestare servizio al Parco

19 settembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





PORTO TORRES. «É la prima volta che vengo in Sardegna e sono felice dell’accoglienza e del calore che ho ricevuto dai volontari quando sono arrivata sabato sera all’aeroporto di Alghero». Un ringraziamento alla gente e alla terra che la ospiterà per una settimana quello esternato da suor Angela Bipendu – cardiochirurgo della Repubblica democratica del Congo – nella plancia del traghetto della Delcomar (assieme al capogruppo Cisom Giampaolo Delogu) – prima della partenza verso il Parco nazionale dell’Asinara.

Suor Angela è infatti l’ultimo medico del Cisom che assicurerà il servizio sanitario estivo sul Parco nazionale dell’Asinara, nell’ambulatorio di Cala d’Oliva, fino a sabato alle 24. Così come prevede la convenzione firmata da Ente Parco, Cisom, amministrazione comunale e capitaneria di porto. Suor Angela ha cominciato gli studi di medicina a Kinshasa e ha poi proseguito in Italia riuscendo a laurearsi nel 2015 a Palermo.

Il medico congolese alterna la sua attività pastorale proprio nel capoluogo siciliano con il servizio sanitario ai migranti, a bordo dei dispositivi navali della Guardia costiera, mettendo a disposizione impegno e professionalità come medico verso le persone più vulnerabili. Perché comprende fino in fondo il pensiero di chi è costretto a fuggire dalle proprie radici - uomini, donne e bambini - e che una volta giunti sulle coste africane, dopo un viaggio che dura anche anni, salgono sui barconi come ultima speranza di un futuro che, per troppi di loro, è spesso visto come una chimera.

Suor Angela, simbolo di accoglienza e di speranza, ha ricevuto anche la menzione speciale del premio Volontariato 2016 dalla Federazione volontari nel mondo, per la sua presenza in mare aperto e perché profondamente convinta che l’aiuto al prossimo è e rimane una missione di primaria importanza. Per chi è cresciuta in una repubblica africana dove l’83 per cento della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà e la speranza di vita è al di sotto di 50 anni, l’obiettivo era quello di diventare medico per poter aiutare le persone in difficoltà, indipendentemente dal colore della pelle, dalla razza e dalla religione.

Una testimonianza toccante del suo agire di donna migrante, suora e medico era apparsa sui teleschermi di Raidue, nel corso della trasmissione “Nemo”, dove suor Angela aveva descritto i momenti dell’accoglienza in mezzo al mare. «Sono le due di notte e sotto un cielo stellato e le onde inizia il soccorso. Quando passa un bambino c'è silenzio, non si nomina ma lo si accudisce, spesso è solo». (g.m.)
 

In Primo Piano
Tribunale

Sassari, morti di covid a Casa Serena: due rinvii a giudizio

di Nadia Cossu
Le nostre iniziative