La Nuova Sardegna

Sassari

Bilancio per voci d’europa 

Cantare in coro guardando al futuro

Cantare in coro guardando al futuro

PORTO TORRES. La XXXIV edizione del festival di musica polifonica Voci d’Europa si è conclusa da dove è iniziata - la basilica di San Gavino - alternando corali ed ensemble di fama internazionale che...

20 settembre 2017
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PORTO TORRES. La XXXIV edizione del festival di musica polifonica Voci d’Europa si è conclusa da dove è iniziata - la basilica di San Gavino - alternando corali ed ensemble di fama internazionale che hanno dato vita ad un tour concertistico per la Sardegna. Da Porto Torres a Olbia, da Bancali a Putifigari, da Bosa a Santa Maria Coghinas e Castelsardo, fino agli aeroporti di Olbia e Alghero. Il messaggio di note e storia della musica di quest’anno era sul filone della contemporaneità: il famoso compositore italiano Claudio Monteverdi, a cui era dedicato il festival, è diventato il collante tra corali molto diverse tra loro ma allo stesso tempo unite da anni di esperienza e dal sapiente uso dello strumento vocale. La maggior parte dei coristi che sono saliti sul palco hanno infatti vinto premi internazionali e presentano concerti in tutto il mondo. Il Coro Polifonico Turritano, che ha ideato Voci d’Europa, ha scommesso in questa edizione su una vera rivoluzione. Aprire la musica polifonica al pubblico, uscire dalla chiesa, arrivare a tutti. Lo ha dimostrato, in barba all’acustica, andando a cantare alla Casa delle farfalle di Olmedo, alla casa circondariale di Bancali, all’Antiquarium di Porto Torres e in altre location poco usuali per questo genere di musica. Scelte forti e coraggiose anche dal punto di vista artistico, comunque, che hanno trovato nel direttore Laura Lambroni terreno fertile. Giovane talentuosa, il maestro Lambroni ha osato coniare Monteverdi con la contemporaneità, presentando sul palco corali anglosassoni come gli Apollo 5 e accostandoli alla contemporanea perfezione e sincronia vocale del Coro Ut. «La scommessa è stata vinta e io ci ho creduto fin dall’inizio del festival», ha detto la presidente del Coro polifonico Turritano Maria Maddalena Simile. La serata finale, condotta da Pinuccia Sechi, è stata la consacrazione della musica polifonica corale. L’ensemble Ut ha proposto un repertorio variegato, cantando prima sull’altare, poi tra le navate della basilica e poi nella cripta. Esperimenti vocali di grande impatto emotivo, quello che il maestro Lorenzo Donati ha voluto trasmettere agli spettatori. Della musica fa parte il silenzio, come le pause, come le salite e le discese di voce. Un modo per aprire l’anima e liberarla dalla rigidità del mondo.

Gavino Masia

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