La Nuova Sardegna

Sassari

«Giustizia che non funziona per le vittime»

«Giustizia che non funziona per le vittime»

Gli avvocati della donna: «Occorre maggiore tutela e tempi più celeri nel rispetto del diritto»

20 settembre 2017
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SASSARI. «Qui si rischia di mettere in pericolo la vita delle persone, perché quanto è accaduto alla nostra cliente è emblematico del ruolo che giocano le istituzioni nei confronti delle donne vittime di violenza». Gli avvocati Ivan Cermelli e Stefania Pappani seguono la causa giudiziaria della donna in fuga dal marito e dalle sue violenze. E si chiedono se non possa essere fatto di più per tutelarle «perché nel nostro caso ci siamo ritrovati a constatare come a volte la legge, secondo l’interpretazione che se ne dà, possa diventare, più che un aiuto, un nemico delle donne che subiscono abusi e sopraffazioni da parte dei loro compagni e coniugi».

Le difficoltà vissute dalla donna avrebbero, insomma, bisogno di risposte celeri e anche di buon senso. «Si intrecciano risvolti civili e penali che hanno ognuno i suoi tempi – riflette l’avvocato Cermelli –, è vero. Ma le cronache di questi ultimi anni ci hanno fatto vedere come si sia arrivati, purtroppo, in ritardo per evitare l’uccisione di donne che tutte le circostanze davano per annunciata. Le vittime di violenze da parte dei loro coniugi non sempre sono silenti, ma anzi denunciano alle forze dell’ordine quanto sta avvenendo nelle loro famiglie. È anche vero che per le indagini occorre tempo e che le violenze vanno dimostrate. Ma bisogna pur trovare un sistema che consenta sia di applicare il diritto che di garantire la sicurezza delle persone».

«Non si può certo condannare il fatto che la nostra cliente abbia deciso di tornare in Sardegna – aggiunge l’avvocatessa Pappani –. Quali alternative aveva? Senza un lavoro e senza casa, perché si è scoperto che l’abitazione coniugale è all’asta e se anche il giudice la assegnasse a lei, poi si ritroverebbe senza un posto dove abitare. Il marito non le versa nemmeno il mantenimento».

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