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Il Consiglio di Cossoine compatto contro le scorie

Il Consiglio di Cossoine compatto contro le scorie

COSSOINE. «Totale contrarietà all’individuazione della Sardegna quale sito per l’ubicazione del deposito nazionale di scorie radioattive per ragioni ambientali, naturalistiche, economiche, sociali,...

20 settembre 2017
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COSSOINE. «Totale contrarietà all’individuazione della Sardegna quale sito per l’ubicazione del deposito nazionale di scorie radioattive per ragioni ambientali, naturalistiche, economiche, sociali, costituzionali e statutarie». È la ferma presa di posizione del consiglio comunale di Cossoine contro l’ipotesi che la Sardegna venga indicata quale sede del deposito nazionale delle scorie nucleari. La delibera del consiglio ricorda il pronunciamento pressoché unanime dei sardi (97,13%) al referendum consultivo del 15 e 16 maggio 2011, contro la realizzazione del deposito delle scorie in Sardegna. Ma ricorda anche la potestà della Regione sui temi della tutela del paesaggio, sottolineando come «la conformazione del territorio sardo e il potenziale sviluppo turistico dell’intera isola, ancora in gran parte da valorizzare e promuovere, sarebbero gravemente compromessi dalla possibile realizzazione di un qualsiasi deposito di scorie radioattive». La delibera richiama ancora le pronunce della Corte costituzionale, che danno ragione alla Sardegna in tema di potestà legislativa sulle materie paesaggistiche, e la Convenzione europea sul paesaggio, che è inteso come «una determinata parte di territorio, così come è percepita dalle popolazioni, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e umani e dalle loro interrelazioni». E la Sardegna, recita ancora la deliberazione del consiglio comunale «è percepita dalle popolazioni che vi abitano, ma non solo da esse, come una terra alimentata dal sole e dal mare, e questa percezione costituisce un fattore fondamentale del paesaggio. In questo contesto si inquadra l’esigenza di precludere il territorio regionale sardo a insediamenti, come il deposito unico di scorie nucleari, che minerebbero pesantemente l’ambiente». La deliberazione del piccolo centro del Meilogu non si configura come una mera adesione a una tendenza del momento, ma si inserisce in un solco che Cossoine ha tracciato da tempo contro le aggressioni al territorio e il “neocolonialismo” che vede la Sardegna - secondo la felice espressione del compianto Vincenzo Migaleddu - come “tubo di scarico delle attività produttive che si svolgono altrove».

Al riguardo, si ricorda la strenua battaglia che i cossoinesi condussero contro l’ipotesi dell’installazione di un impianto termodinamico da 30Mwe sui 160 ettari della piana di Su Padru. Una alluvione di specchi, acciaio e cemento che avrebbe compromesso per sempre l’unica vera pianura del paese, con cui i cossoinesi mantengono storici legami economici, affettivi, sociali. Il paese si mobilitò e vinse, come spera di vincere oggi, con tutta la Sardegna, contro le scorie.

Mario Bonu

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