La Nuova Sardegna

Sassari

Ponte Romano nel degrado e la fine del restauro è lontana

di Gavino Masia

Le erbacce coprono la vecchia pavimentazione e la passerella per le visite è in cattivo stato La Soprintendenza aspetta fondi dal ministero per il completamento dell’intervento di recupero

21 settembre 2017
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PORTO TORRES. Nei giorni scorsi un gruppo di turisti appena sbarcati dalla nave di Costa Crociere che fa scalo ogni lunedì nel porto turritano – seguendo il calendario approdi cominciato il 5 giugno – si sono lamentati apertamente con il personale di vigilanza del polo museale per lo stato di degrado in cui versa il Ponte Romano. Ci sono erbacce che coprono una parte della vecchia pavimentazione riportata alla luce negli anni scorsi e due alberi di fico selvatico che, oltre a rappresentare un brutto biglietto da visita, hanno le radici che affondano nella struttura del Ponte creando problemi alla stabilità della più grande opera pubblica ancora in uso costruita nel primo ventennio del I secolo dopo Cristo.

Le competenze del Comune. L’antica struttura ricade sotto le competenza del Comune, in quanto fa parte della viabilità pedonale urbana, quindi le manutenzioni dovrebbero essere svolte periodicamente dall’amministrazione in accordo con la Soprintendenza. Per quanto riguarda invece i lavori di completamento delle opere di restauro dovrebbero servire circa 2 milioni di euro, somma che comprende la spesa per la risoluzione del problema dei sottoservizi. Il ponte è un monumento simbolo strettamente legato al piano urbanistico della città di Turris Libisonis e rientra a pieno titolo nella viabilità cittadina.

La Soprintendenza. La Soprintendenza di Sassari ha inserito tra i primi punti della programmazione 2017 il completamento dello scavo di restauro del Ponte Romano. I lavori per riportare alla luce tutta la pavimentazione originaria sono infatti bloccati da sei anni per mancanza di fondi. Il progetto è stato già approvato da tutti gli enti e occorrono solo i finanziamenti per realizzare gli interventi previsti. Il ministero dei Beni culturali, considerata l’importanza del monumento, di recente ha emanato anche un decreto di vincolo che impone la tutela del bene archeologico. E ha chiesto alla Soprintendenza di fare la programmazione sulla legge 190-2014 perché in grado di dare finanziamenti più cospicui rispetto ai fondi ordinari, per la tutela e la conservazione dei beni culturali. «Il progetto del ponte è stato presentato come una nostra priorità – ricorda la responsabile della sede di Porto Torres della Soprintendenza, Gabriella Gasperetti –, e se il ministero ci finanzia, come speriamo, procediamo immediatamente con i previsti interventi di restauro».

Tubo in eternit di Abbanoa. Nel frattempo non è ancora avvenuta la rimozione del tubo in eternit della condotta idrica che alimenta le case presenti ad ovest del fiume. Si tratta di una condotta forzata di acqua del diametro di 200 millimetri, riportata alla luce dopo gli ultimi scavi, che potrebbe creare grossi danni all’opera pubblica più antica dell’isola. Il Comune aveva chiesto alla Soprintendenza di valutare alcune proposte relative allo spostamento della condotta di Abbanoa, e la risposta è stata quella di collocarla il più lontano possibile dal Ponte per evitare contatti che potrebbero risultare pericolosi. In attesa che il ministero finanzi il completamento dell’opera, auspicando che ciò avvenga entro l’anno, l’intera area archeologica meriterebbe di essere mantenuta in perfetto ordine e decoro considerando la presenza di crocieristi che sbarcheranno fino al 14 novembre a Porto Torres anche per ammirare i siti archeologici che si trovano a poco distanza dalla zona portuale. Oltre al taglio costante delle erbacce presenti nel camminamento e ai lati del monumento, è comunque indispensabile anche la pulizia e la manutenzione della passerella per la visita al Ponte, passerella dove alcuni assi sono da tempo in pessimo stato conservativo.

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