La Nuova Sardegna

Sassari

Il Comune di Bono dice no al deposito dei rifiuti radioattivi

di Elena Corveddu
Il Comune di Bono dice no al deposito dei rifiuti radioattivi

Il documento anti-scorie è stato approvato all’unanimità Per il sindaco «il futuro dell’isola è nella tutela ambientale»

24 settembre 2017
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BONO. «Abbiamo detto no ai rifiuti radioattivi nella nostra isola». Così il sindaco di Bono Elio Mulas si è espresso firmando l’opposizione al programma nazionale per la gestione dei rifiuti radioattivi e. C’era tempo fino al 13 settembre per potersi esprimere sulla contrarietà di portare in Sardegna scorie radioattive e il Comune di Bono lo ha fatto: «Esprimiamo la nostra totale contrarietà all’individuazione del deposito nazionale nella nostra isola», si legge nel documento approvato nell’ultima seduta consiliare. L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) aveva pubblicato nel 2014 la guida tecnica contenente i criteri per l’individuazione del sito in cui realizzare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi. «Il documento – spiega Mulas – non indica una precisa località ma tutte le carte e gli studi richiamati portano all’individuazione di un sito chiaramente riconducibile alla Sardegna. Il piano pubblicato dall’Ispra per individuare il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi è una sovrapposizione di documenti con un comune denominatore: escludere tutte le aree a rischio. Sono escluse, tra queste, le aree sismiche e vulcaniche. La Sardegna pare quindi il terreno perfetto». Per creare un deposito di scorie radioattive è necessario inoltre un luogo che rappresenti una barriera naturale in grado di assicurare, insieme ai manufatti previsti, l’isolamento dei rifiuti radioattivi. La delibera comunale sottoscrive le ragioni già individuate dal presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana e indirizzate ai 377 sindaci sardi con una lettera: «Bisogna rendere più incisiva la presa di posizione contro la creazione di un deposito nazionale in Sardegna. La nostra isola è già sottoposta all’insostenibile gravame delle servitù militari che hanno creato ingenti danni al territorio in termini di inquinamento, di danni alla salute e impatto negativo sull’economia». E dello stesso tenore l’appello lanciato del deputato di Unidos Mauro Pili: «La Sardegna è percepita dalle popolazioni che vi abitano, ma non solo da esse, come una terra alimentata dal sole e dal mare, e questa percezione costituisce un fattore fondamentale del paesaggio. Un piano nucleare che la riguardi è dunque inaccettabile e va respinto senza ulteriori indugi».

Maggioranza e minoranza del Comune di Bono si schierano quindi compatti spiegando le ragioni di questa scelta: «Il paesaggio della Sardegna risulta un bene da tutelare e salvaguardare da qualsiasi tipo di alterazione. Inoltre la conformazione del territorio sardo e il potenziale sviluppo turistico dell’intera isola sarebbero compromessi dalla possibile realizzazione di un deposito di scorie radioattive».

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