La Nuova Sardegna

Sassari

Disabili, vacante l’80% dei posti di lavoro

di Antonio Meloni
Disabili, vacante l’80% dei posti di lavoro

La denuncia dell’associazione: «Il diritto al lavoro nell’isola è un optional, non c’è volontà politica di applicare la legge»

10 ottobre 2017
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SASSARI. L’ottanta per cento dei posti riservati ai disabili nella pubblica amministrazione sarda non risulta coperto. Solo negli uffici della Regione, su una quota di 522 posti complessivi riservati, solo 58 sono occupati da lavoratori con disabilità.

Lo denuncia Ermelinda Delogu, presidente dell’associazione Progetto Lavor@bile, in base a una recente rilevazione pubblicata in un documento congiunto siglato dal sindacato sardo e da un folto gruppo di associazioni che opera sul fronte della tutela dei lavoratori disabili.

Un quadro desolante da cui scaturisce un problema che negli ultimi anni si è acutizzato a tal punto da avere ormai acquisito il carattere dell’emergenza.

Sul tappeto – secondo la denuncia – ci sarebbe la mancata applicazione della legge 68 del 99, che sancisce il diritto al lavoro dei disabili. Da qui emergerebbe la scarsa volontà delle pubbliche amministrazioni di dare atto a un provvedimento pensato per tutelare i diritti dei lavoratori con disabilità:

«Ogni volta che affrontiamo il tema con i responsabili delle istituzioni regionali – spiega Delogu – ci sentiamo rispondere che la legge 68 è vecchia e limitata, al contrario crediamo che la norma sia valida e ben strutturata, ma il problema è la scarsa volontà di applicarla e da qui deriva la gravità del dato relativo alla disoccupazione dei disabili che in Sardegna si sentono comprensibilmente discriminati».

Indice puntato anche contro il “Jobs Act”: «Soprattutto riguardo alle recenti modifiche apportate – prosegue la presidente di Lavor@abile – che hanno contribuito a confondere ancora di più le idee riducendo ulteriormente un diritto già risicato».

In Sardegna, secondo una stima fatta dal sindacato e dalle associazioni di categoria, ci sarebbero 38 mila disabili disoccupati. E’ pur vero che nell’ultimo periodo la Regione sarda ha tentato di arginare il fenomeno con il ricorso ai tirocini, che, però, non rispondono pienamente alle esigenze dei lavoratori disabili perché: «Generano false aspettative – incalza Ermelinda Delogu – non favoriscono l’inclusione nel mercato del lavoro, alimentano la precarietà e quasi mai si concludono con la stabilizzazione a meno che non siano tirocini finalizzati all’assunzione che solo allora diventa il punto d’arrivo sicuro di un percorso formativo mirato all’inserimento nell’organico di un ente o di un’azienda». Il documento di denuncia di cui l’associazione Progetto Lavor@abile è capofila, nonché prima firmataria, trasmesso anche al governatore Francesco Pigliaru, è la sintesi di un incontro tenuto a Cagliari al quale hanno partecipato, oltre ai sindacati confederali, Cgil, Cisl e Uil, anche il Fish e il Fand Sardegna (associazioni di tutela dei lavoratori disabili), la Confederazione sindacale sarda, L’Ugl e un folto gruppo di una quindicina tra associazioni e istituti che in vario modo sostengono i lavoratori con disabilità. I firmatari hanno anche stilato una piattaforma di proposte in 11 punti tra i quali spicca la costituzione di un osservatorio unico regionale, l’avvio di corsi di aggiornamento, la costituzione di commissioni specifiche previste dalla normativa di settore, la riforma della formazione professionale e il costante coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, del sindacato e delle associazioni di categoria. «Chiediamo con forza – conclude Ermelinda Delogu – che vengano semplicemente riconosciuti i nostri diritti e rispettata la nostra dignità perché siamo stufi di restare confinati nella riserva indiana in cui viviamo da tempo».

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