La Nuova Sardegna

Sassari

Dopo la rapina Sorso si interroga sulla sicurezza

di Salvatore Santoni
Dopo la rapina Sorso si interroga sulla sicurezza

Alcuni commercianti pensano che il paese sia tranquillo Ma altri aggiungono: «Non bisogna abbassare la guardia»

14 ottobre 2017
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SORSO. Proseguono senza sosta le indagini dei carabinieri di Sorso sulla rapina consumata giovedì mattina in una tabaccheria al centro di Sorso. Mentre gli inquirenti sono al lavoro per verificare la posizione di un indagato sorsense di 45 anni, la città si interroga sull’accaduto e si divide tra chi lancia l’allarme sicurezza e chi, invece, pensa che il centro della Romangia sia tutto sommato tranquillo. «Credo che quello di giovedì sia stato un atto di un disperato - dice Pinuccio Cattari, il titolare del ristorante L’oasi - che, tra l’altro, se avesse voluto recuperare un incasso cospicuo di certo ha scelto il momento peggiore della giornata, quando le casse sono vuote». Secondo il ristoratore, la città ha problemi diversi rispetto a quello della sicurezza. «Complessivamente Sorso è una città sicura - aggiunge l’imprenditore - ci sarebbero altre cose sulle quali recriminare, come il mancato spazio alle iniziative turistiche che possano far esprimere le potenzialità del territorio. Non viviamo in una comunità cattiva, e poi Sorso non ha un livello di benessere tale da attirare ladri e rapinatori». Sul gesto di senso civico mostrato da Mario e Giuseppe Conti, il padre e il figlio che hanno soccorso il tabaccaio Giuseppe Schintu, il ristoratore ha un’idea molto chiara: «Credo che mi sarei comportato allo stesso modo, e penso l’avrebbe fatto qualunque cittadino di Sorso - riprende e conclude l’imprenditore -. Certo non è facile intervenire in situazioni del genere. Ma a Sorso ci conosciamo tutti e se qualcuno è in difficoltà lo si deve aiutare». Giuseppe Peru è lo chef e titolare di un altro ristorante, lo Chez Nous, e sulla situazione della città ha un’idea completamente diversa. In passato nel locale ci sono stati alcuni furti e anche danneggiamenti alle autovetture del titolare. «Non siamo mai sicuri al cento per cento - spiega l’imprenditore - e per capirlo è sufficiente considerare la situazione di degrado assoluto della piazza principale (piazza Bonfigli, ndc)». «Penso che Sorso non sia una città sicura - aggiunge lo chef - perché manca il controllo del territorio e lo dimostrano i vari episodi di microcriminalità. Ho notizia dai miei colleghi che a una certa ora il centro della città è ricettacolo di piccoli furti e spaccio di droga. Dopo una certa ora dobbiamo avere attenzione massima, questo episodio (la rapina di giovedì, ndc) ci mette ancora di più in allarme». «Ho apprezzato molto il gesto del padre e del figlio - riprende a conclude Giuseppe Peru - che non si sono tirati indietro di fronte al rapinatore. Bisogna elogiarli perché in queste situazioni la città deve reagire e non abbassare mai la guardia». Francesco Peru, invece, gestisce una tabaccheria e edicola di via Cottoni, di fronte alla stazione ferroviaria. Lui non ha mai subìto una rapina, ma circa cinque anni fa la sua attività è stata saccheggiata in due differenti furti molto ravvicinati tra loro. «Negli ultimi anni c’è stato un salto di qualità - dice l’imprenditore -, dai furti si sta passando alle rapine. Anche se a Sorso sono situazione molto rare». Nonostante i gravi furti subìti in passato, il tabaccaio è però convinto che la comunità goda di buona salute. «Credo che Sorso sia una città sicura - dice Francesco Peru - ci sono pochi elementi che rovinano la serenità della comunità, ma non siamo peggio di altre realtà». Rispetto alla rapina di giovedì, fatta ai danni del suo collega della tabaccheria di corso Vittorio Emanuele, dice che «fortunatamente hanno trovato persone (Mario e Giuseppe Conti, ndc) che hanno reagito a un atto di prepotenza, perché di questo si tratta quando parliamo di una rapina».

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