La Nuova Sardegna

Sassari

I “sogni” della Rete per battere la crisi

di Giovanni Bua
I “sogni” della Rete per battere la crisi

Il documento presentato alla Regione dai sindaci del territorio

16 ottobre 2017
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SASSARI. Mobilità su gomma e su ferro, collegamenti con porto e aeroporto, valorizzazione delle aziende agricole con la creazione di un “unicum” di eccellenze produttive, riqualificazione e riconversione delle aree industriali, innovazione “spinta” nelle pmi, aiutata dalla creazione di un polo fieristico e un centro congressi condiviso. E poi turismo culturale, con la messa in rete del patrimonio storico, archeologico e monumentale del territorio e la realizzazione di un “cluster” identitario, rilancio del sistema sanitario, e delle eccellenze ambientali: parchi, aree marine e sic, corridoi ecologici.

Sogni metropolitani. Sono solo alcuni dei “sogni metropolitani” messi nero su bianco dalla Rete nelle 22 pagine di manifestazione d’interesse presentate a Sassari all’assessore regionale Raffaele Paci. Un pezzo di programmazione territoriale diverso da quelli finora presentati agli uffici cagliaritani, perché coinvolge un tessuto urbano importante con la seconda città più grande dell’Isola, e perché “prova i motori” della Rete, via di mezzo tra super unione dei comuni e città metropolitana, nata dopo un furioso braccio di ferro con la Regione durante lo studio della riforma sugli enti locali.

E ora il gruppone di otto Comuni (Sassari, Alghero, Castelsardo, Porto Torres, Sennori, Sorso, Stintino e Valledoria) con i suoi 228mila abitanti, mette in fila problemi e soluzioni, aprendo il negoziato con mamma Regione che si dovrebbe concludere al massimo entro fine anno.

Le criticità. Molti i punti critici individuati. A iniziare dalla frammentazione delle politiche di sviluppo fra i diversi territori, con una costa a vocazione turistica e un interno dedicato a produzioni e servizi che non riescono a lavorare in sinergia. Poco dialogo che finisce per ripercuotersi anche sull'offerta culturale, con ricchezze archeologiche, artistiche e culturali diffuse che non mettono in piedi un’offerta comune.

Infrastrutture. Prima causa di questo sicuramente il deficit infrastrutturale. Con ferro e gomma che si dovrebbe irradiare dai due punti di arrivo e partenza: il porto e l’aeroporto. Che invece sono scollegati. Un esempio per tutti: dall’aeroporto di Alghero oggi sono accessibili nella fascia dei 15 minuti di percorrenza solo due comuni, Alghero e Olmedo.

Imprese. E poi la crisi economica delle imprese. Nel 2015 il sistema locale è cresciuto dell’1%, in linea con il resto dell’Isola (+0,91%) e poco più della media nazionale (+0,75%). Ma questo non nasconde le radicate debolezze su temi come fabbisogno creditizio, regime fiscale, burocratizzazione eccessiva, in particolare nell'interazione con la pubblica amministrazione, insufficiente approccio al trasferimento tecnologico alle imprese attraverso la ricerca.

Povertà. Il tutto si tramuta in povertà e disagio sociale. Reso manifesto da un elevato tasso di disoccupazione e da un sistema economico ancorato su una struttura terziaria poco innovativa. Alcuni dati sulla popolazione, inoltre, confermano la necessità di attivare interventi di inclusione e coesione sociale. Con un indice di vecchiaia (rapporto tra la popolazione in età maggiore di 64 anni e minore di 15 anni) che nella Rete è pari a 170,5 a fronte di un valore nazionale di 161,4.

Le soluzioni. Un quadro preoccupante a cui la Rete cerca di rispondere con sei ambiti d’intervento: ricerca e sviluppo, turismo sostenibile, sanità e inclusione sociale, ambiente naturale e aree protette, trasporti, innovazione.

Ricerca e sviluppo. Fulcro del capitolo “Ricerca e sviluppo” lo sviluppo rurale, con la valorizzazione delle aziende agricole di Surigheddu e di Mamuntanas, della Nurra e della Romangia in un “unicum” di eccellenze produttive. Affiancato dallo sviluppo economico e dall’innovazione pmi, con un cluster innovativo di imprese nel comparto delle biotecnologie, dell’agroalimentare e della nautica che nasca con il supporto della Porto Conte Ricerche, della Sardegna Ricerche e dell’università, trainato da eccellenze assolute fiorite nel territorio: su tutte Abinsula. E ancora la creazione di centri per l’imprenditorialità e orientamento. La riqualificazione e riconversione delle aree industriali, la promozione di nuovi insediamenti produttivi e il rafforzamento del collegamento tra il sistema della ricerca-innovazione tecnologica e il tessuto imprenditoriale e industriale. Il tutto tutelando e rilanciando l’esistente.

Industrie culturali. Poi la promozione della creatività e delle industrie culturali. Con la valorizzazione del patrimonio storico, archeologico e monumentale del territorio e la realizzazione di un “cluster” identitario pluritematico e la creazione di un polo fieristico e centro congressi della rete metropolitana. Da collegare con la nautica, la portualità turistica e il turismo sanitario

Inclusione sociale e ambiente. E ancora spazio alle politiche di inclusione sociale. Con l’impegno a ridurre l’emergenza abitativa. La creazione di centri di eccellenza sanitaria e per la terza età. E alla protezione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale formato da parchi, aree marine, aree Sic e corridoi ecologici

Trasporti. E infine i trasporti. Con le priorità che sono il completamento della Sassari-Alghero, lo sviluppo della metropolitana di Sassari con l’adeguamento della rete a scartamento ridotto Sassari–Alghero e la riqualificazione in tramvia. Il collegamento della linea ferroviaria Sassari–Alghero con l’aeroporto di Fertilia. Il sostegno per lo sviluppo dell’aeroporto di Alghero e del Porto di Porto Torres puntando in particolare a strutturare le porte di accesso al territorio del Nord Sardegna.

Il cambio di passo. «Quello che vogliamo – ha sottolineato il sindaco Nicola Sanna – è una Rete Metropolitana intelligente che, pensandosi e organizzandosi come una grande città, punti a ridisegnare il nord-ovest dell’Isola mettendo a sistema le politiche, i progetti e le iniziative, favorendo innovazione sociale e sviluppo competitivo». Il dado è tratto, e ora è il territorio che deve decidere se puntare tutte le sue fiches su questo libro dei sogni, per farlo diventare realtà.

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