La Nuova Sardegna

Sassari

Il Pd sassarese riparte con Carbini al timone

di Giovanni Bua
Il Pd sassarese riparte con Carbini al timone

L’elezione dell’ex vicesindaco a segretario cittadino sancisce la pace Un migliaio al voto in un clima dimesso e ancora ricco di diffidenze

25 ottobre 2017
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SASSARI. Ha parlato di «concreta difficoltà della vita del partito a tutti i livelli, soprattutto locale», «progressivo sgretolamento del tessuto sociale con pericolose derive di disubbidienza», di «un'agenda di appuntamenti pesantissimi politici e non solo», di «una rinnovata interpretazione della sfida che il nostro territorio può lanciare», di «una stagione dell’ascolto da rilanciare», per poi elencare i grandi temi su cui è stata deliberata una road map congiuntamente dalle direzioni provinciale e cittadina e successivamente dal Consiglio Comunale di cui «la nuova segreteria si impegnerà a garantire l’applicazione».

Così il primo discorso pubblico di Gianni Carbini, dopo il durissimo strappo che lo aveva portato a dimettersi dalla carica di vicesindaco parlando di «fallimento dell’azione amministrativa», con l’apertura di una crisi lunga e complessa, che sembra aver vissuto la sua formale chiusura. Da lunedì Carbini è infatti il segretario cittadino del Pd, eletto dopo un congresso andato in scena nel pomeriggio all’hotel Grazia Deledda a cui hanno partecipato tutti i big del partito, e votato un miigliaio di iscritti.

Elezione figlia di una Pax Augustea che in vista del tour de force che porterà alle prossime Politiche il partito ha dichiarato a livello nazionale e regionale. Come dimostra l’apertura a Mario Bruno ad Alghero. E la chiusura dello strappo tra alcune delle principali correnti del Pd cittadino e il sindaco Sanna a Sassari.

Una pace armata, come sempre. Con i veri nodi che verranno al pettine nella “fase due” della segreteria Carbini, quando sul tavolo arriverà il vero tema cittadino: la riconferma o meno di Nicola Sanna per un secondo mandato. Spingersi così avanti però, in un quadro così fluido e confuso come quello che si sta vivendo in questi mesi, sarebbe ai limiti del suicida. E così i big del partito si sono incontrati, contati, e hanno deciso di convergere sul nome unitario di Carbini per la segreteria (con qualche disallinneamento di un certo peso, come quello dell’assessore al Bilancio Simone Campus). Celebrandone l’elezione in un clima tra il dimesso e il diffidente, figlio delle scorie di una crisi tutt’altro che smaltite. In serata sono stati poi nominati i delegati per l’assemblea provinciale, in programma il 6 novembre, che porterà alla riconferma alla segreteria di Gianpiero Cordedda. Da lui è arrivato il più caldo invito all’unità, non foss’altro che per permettere al Pd di aprire con la dovuta forza il complesso tavolo con ciò che resta della coalizione di centrosinistra.

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