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Sassari

Arru: un traguardo storico presto ci saranno i risultati

Arru: un traguardo storico presto ci saranno i risultati

Via libera alla riforma ospedaliera, l’assessore elogia il lavoro fatto in questi mesi per trovare l’accordo finale: «Non abbiamo ceduto alle spinte campanilistiche, ma valorizzato i territori»

27 ottobre 2017
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CAGLIARI. Primo ringraziare, «e ringrazio tutti, dalla maggioranza all’opposizione». Secondo, spiegare. A caldo, subito dopo il voto favorevole, l’assessore alla sanità Luigi Arru misura le parole. Sarà per la stanchezza, «non è stato facile», dirà, o perché quando uno porta a casa il risultato deve mettere da parte la passione e «saper invece scandire ogni frase con la precisione dell’orologiaio».

Così, eccolo nella veste di chi comincia a dire: «Tutte le variazioni che abbiamo deciso, rispetto al decreto del ministero, erano necessarie. Non ci siamo lasciati travolgere dalla fantasia e neanche dalle spinte di campanile. Non ci sono state concessioni a questo o quel territorio. Ogni area ha avuto quello che doveva avere perché era giusto che lo avesse. Sì, sono soddisfatto del lavoro finale e sono convinto che gli effetti positivi della riforma si vedranno molto presto». Non ha neanche paura di quello che fra un mese potrà dire il ministero della salute sulla mappa definitiva. «Sono tranquillo. Spetterà a noi motivare e lo faremo con un ricco dossier, perché in alcuni casi siamo andati oltre i rigidi criteri nazionali. Tutte le deroghe che abbiamo deciso prima negli uffici dell’assessorato, poi in commissione e infine in aula saranno sostenute e spiegate per bene a Roma. Sì, sono sicuro che quel giudizio tecnico sarà positivo. Al massimo potranno chiederci qualche correzione e allora, con il Consiglio, vedremo come comportarci».

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Con la stessa determinazione, arriva anche la terza risposta di fila: «Continueremo a risparmiare quanto avevamo ipotizzato con la riforma ancora sul tappeto: oltre 136 milioni in tre anni. Non è vero che l’aver assegnato un livello in più a qualche ospedale o aver difeso fino a rinforzarli quelli delle aree disagiate, cambierà al ribasso i nostri calcoli. Le stime sono giuste, la soglia rimarrà quella e se dovesse essere necessario, faremo nuove economie da altre parti ma senza toccare neanche un servizio».

Tolte le spine, Arru non ha dubbi. «Questa è una riforma che dovunque garantirà un’assistenza più completa, più equa e più sicura. Perché rispetto al passato, sarà meno frammentata, con gli ospedali e soprattutto i medici che lavoreranno in rete, a stretto contatto. Sarà poi anche meno soffocante per gli ospedali». Due concetti spiegati nel dettaglio subito dopo. «Meno dispersiva, perché per ogni problema, i cittadini sapranno, dove, come e a chi rivolgersi. Allo stesso tempo il sistema sarà pronto a prendere in carico il paziente dall’inizio alla fine della malattia e anche quando ritornerà a casa. Per questo abbiamo organizzato le dieci reti regionali, con al primo posto quelle destinate a fronteggiare gli ictus e le patologie cardiovascolari. Con l’Agenzia delle emergenze-urgenze e a breve anche l’elisoccorso, tutto il percorso sarà ancora più veloce ed efficace».

Poi è una riforma, sempre secondo Arru, che libererà gli ospedali dal peso dei ricoveri inappropriati: in Sardegna sono un’infinità, oltre 14mila l’anno, e costano troppo: «Grazie alla rete, i cittadini non dovranno più sempre bussare alla porta del pronto soccorso. Ci sarà la giusta assistenza il più vicino possibile al Comune di residenza. È questa la forza della rete territoriale che abbiamo approvato e sarà davvero capillare fra ospedali di comunità e case della salute». Con un’altra certezza: «La sanità cambia, ma dobbiamo cambiarla tutti insieme. Solo così la riforma funzionerà. L’ho detto pochi giorni fa anche alle associazioni dei pazienti riunite nella rete Tramas, tra l’altro riconosciuta come un modello eccellente a livello internazionale. A loro ho detto: siete voi le nostre sentinelle della sanità. Perché questa riforma è nata dall’ascolto di tutti e migliorerà solo se continueremo a dialogare con le associazioni, i territori e il personale della sanità».

Per poi chiudere con una risposta misurata alle critiche che, in questi mesi, gli sono piovute addosso da ogni parte: «Per me speso non è stato facile spogliarmi del camice di medico, Quando ho avuto qualche tentennamento, però mi sono sempre aggrappato al mandato che mi ha dato il presidente Pigliaru: migliorare il sistema. Eccoci qua: oggi dopo l’Asl unica, abbiamo la rete ospedaliera e quella territoriale. Manca solo l’Azienda per le emergenze. Ma abbiate pazienza: è solo questione di giorni». (ua)
 

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