La Nuova Sardegna

Sassari

Sorso, omicidio in piazza Bonfigli: ridotta la pena a Sabrina Glino

di Luca Fiori
Sorso, omicidio in piazza Bonfigli: ridotta la pena a Sabrina Glino

La 45enne sassarese condannata in primo grado a 14 anni e 8 mesi dovrà sconterà 8 anni di carcere. Riconosciuta dai giudici della corte d’appello di Cagliari la parziale incapacità di intendere e di volere 

03 novembre 2017
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SORSO. Quando il 21 ottobre del 2012 ferì a morte Giovannino Delogu davanti a un bar di piazza Bonfigli, nel pieno centro di Sorso, Sabrina Glino non era totalmente capace di intendere e di volere.

Per questo motivo ieri mattina la corte d’assise d’appello di Cagliari ha ridotto da 14 anni e 8 mesi a otto anni di reclusione la condanna alla 45enne sassarese accusata di omicidio volontario per aver inferto una coltellata mortale a Delogu davanti agli occhi dei carabinieri intervenuti per sedare una rissa nata tra l’uomo e la donna per futili motivi.

La sentenza della corte d’assise d’appello di Sassari era stata annullata a dicembre dello scorso anno dalla Cassazione che aveva accolto il ricorso degli avvocati Marco Palmieri ed Elena Casula e del procuratore generale Sergio De Nicola e rinviato per un nuovo giudizio alla corte d’assise di appello di Cagliari. I difensori di Sabrina Glino avevano presentato tre consulenze psichiatriche che avevano confermato uno stato di parziale incapacità dell’imputata e sostenuto la tesi della provocazione. Proprio su questi punti, su cui si era giocato il processo nei primi due gradi, la Cassazione aveva ritenuto di dover annullare la sentenza di condanna e consegnare il caso a dei nuovi giudici. La corte d’appello di Cagliari ha confermato invece le provvisionali di 20mila euro a due fratelli e a due sorelle della vittima, assistiti dagli avvocati Mario Spanu e Lidia Marongiu, che si erano costituiti parte civile nel processo. La perizia dello psichiatra Paolo Milia ha anche stabilito che Sabrina Glino non sia socialmente pericolosa e dunque la donna a breve potrebbe beneficiare di qualche forma di detenzione alternativa al carcere. Giovannino Delogu, la vittima dell’omicidio, faceva l’operaio e la sua era una vita normale fino a quando, diversi anni fa, un’auto non gli piombò addosso a Firenze. Dopo l’incidente dovettero ricostruirgli la calotta cranica nel corso di interventi numerosi e mai risolutivi.

Il 21 ottobre di cinque anni fa tra lui e Sabrina Glino era nata una discussione davanti a un bar di piazza Bonfigli. Lui le aveva dato un colpo sul collo con la mano perché lei l’aveva insultato. Poi erano intervenuti i militari, ma proprio mentre i carabinieri portavano via Delogu, nelle mani di Sabrina Glino era spuntato un coltello a serramanico, con cui lo aveva ferito a morte. La lama aveva attraversato l’addome di Giovannino Delogu e gli aveva trapassato l’aorta. Un solo colpo ma micidiale che non aveva dato scampo al povero Delogu, morto poche ore dopo in ospedale. Erano state inutili venti sacche di sangue trasfuse durante la notte, vano anche un intervento chirurgico delicatissimo che aveva impegnato i migliori medici del Santissima Annunziata.
 

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