La Nuova Sardegna

Sassari

Osilo, è guerra dirigente-genitori sul ritiro degli alunni

di Mario Bonu
Osilo, è guerra dirigente-genitori sul ritiro degli alunni

Protesta delle famiglie: non si sono avvicinate alla scuola. Alla fine i ragazzi sono stati “liberati”

04 novembre 2017
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OSILO. Quasi una prova di forza protrattasi per più di mezz’ora, con da una parte i genitori che per protesta si rifiutano di avvicinarsi all’ingresso dell’edificio che ospita la scuola media per prelevare i propri figli, e dall’altra il personale scolastico che, sulla base delle precise istruzioni impartite dalla dirigente, trattiene i ragazzi a scuola, in attesa che un adulto li venga a prelevare. Oltre trenta minuti di confronto a distanza, con i genitori al di qua del cancello del complesso scolastico, gli alunni in lontananza, al di là del cancello della scuola, e in mezzo, quella cinquantina di metri di “terra di nessuno”, per tutto il tempo totalmente deserta. La situazione si è sbloccata intorno alle 14, quando la vicaria della dirigente – Maria Paola Pintus è assente per ferie – dopo aver spiegato pacatamente ai ragazzi i termini della situazione, le ragioni delle scuola e quelle dei genitori, ha autorizzato l’uscita, informando però che avrebbe annotato la presa d’atto che i genitori non hanno ottemperato alla circolare della dirigente e non si sono recati a prelevare i propri figli.

Così, nella giornata di venerdì, il problema è stato risolto con un “cedimento” della scuola, ma da lunedì, a meno che non intervengano fatti nuovi che sblocchino la situazione, si preannuncia la “linea dura”, per cui c’è il rischio che la tensione, finora tenuta ai livelli minimi, possa salire. Ciò che desta sorpresa, è il fatto che fra due entità che si conoscono, che il più delle volte collaborano, non si riesca a trovare la “quadra” per risolvere il problema con reciproca soddisfazione. Da una parte, i genitori, che non vogliono subire quella che reputano come una lesione del loro diritto ad autorizzare i figli ad andare e tornare da scuola in autonomia. Anche perché spesso, non hanno proprio la possibilità di poterli prelevare.

Dall’altra la dirigente scolastica che, memore della recente sentenza della Cassazione, non vuole saperne di revocare la circolare che obbliga i genitori a prelevare i figli, in quanto ciò si tradurrebbe in una assunzione di responsabilità in prima persona. «Ma non si capisce perché – dicono i genitori – in pressoché tutti i centri del Nord Sardegna il problema non si è neppure posto. I presidi non hanno fatto nessuna circolare e i ragazzi continuano a uscire da scuola come prima».

Ma la stessa istituzione scolastica non è insensibile alle ragioni dei genitori, ancora di più quando viene chiamata in ballo la funzione educativa della scuola: «Sappiamo benissimo, e ci lavoriamo quotidianamente – dice la vicaria della dirigente, Susanna Tolu – quanto il percorso di autonomia dei ragazzi sia importante, e su questo ci vogliamo confrontare con i genitori, cercando degli accordi che, con un sistema di deleghe, sollevino la scuola dalle responsabilità e, allo stesso tempo diano la possibilità a coloro che non possono recarsi a prelevare i propri figli, di incaricare qualche altro». Ma anche su quel sistema non tutti i genitori sono d’accordo. E intanto, i tempi di approvazione dell’emendamento del Pd che dovrebbe risolvere il problema non sembrano siano brevi, per cui da lunedì si scriveranno altri capitoli della vicenda.
 

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